Fabrizio Piscitelli, capo ultrà della Lazio, venne ucciso con un colpo di pistola nel parco degli Acquedotti

Dopo quattro anni dall’omicidio di Diabolik si cercano i mandanti. Quando il 7 agosto del 2019 Fabrizio Piscitelli, il capo ultrà della Lazio conosciuto come ‘Diabolik’, venne ucciso con un colpo di pistola nel parco degli Acquedotti di via Lemonia al Tuscolano, qualcuno ne aveva qualche giorno prima l’esecuzione. Ne erano convinti gli investigatori della Sezione Omicidi della Squadra Mobile, che coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, arrestarono Alessandro Capriotti, Leandro Bennato e Giuseppe Molisso che, secondo le ipotesi investigative si sarebbero accordati per eliminare Piscitelli, ingaggiando il sicario argentino, perchè era diventato un concorrente scomodo, che minava i loro affari legati al narcotraffico di cui i tre sarebbero stati alcuni dei promotori. Oggi nel giorno della ricorrenza dell’efferato delitto è rimasto in cella e siede sul banco degli imputati, perché ritenuto il presunto sicario, solo l’argentino Raul Esteban Calderon.

La posizione dei tre presunti mandanti, è stata archiviata perché il Giudice per le Indagini Preliminari ha ritenuto insufficienti le prove a loro carico. Il presunto assassino di ‘Diabolik’, dovrà rispondere anche dell’omicidio di Shehaj Selavdi l’albanese ucciso in spiaggia a Torvaianica il 20 settembre del 2020. Secondo le indagini del Nucleo Investigativo di Carabinieri del Gruppo di Frascati, Calderon avrebbe freddato Simone, così si faceva chiamare in Italia Shehaj Selavdi, insieme al complice Enrico Bennato.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata