Insulti anche contro il presidente della Repubblica
“Affilare i coltelli” per “tornare a fare paura”. Sono parole di violenza quelle scritte nel periodico clandestino ‘Bezmotivny – Senza Motivo’, finito al centro dell’inchiesta che ha portato all’arresto di quattro anarchici e all’obbligo di dimora per altre cinque persone, tra Genova e Carrara. Un invito continuo all’azione terroristica, scrive chi indaga, e alla “guerra sociale” per “passare a fil di spada le gole degli sfruttatori”, per attaccare “giudici e pennivendoli”. Negli scritti si invita “ad attaccare tutta la filiera, più visibile in chi produce e vende armi… meno evidente ma non meno importante in chi finanzia e studia le tecnologie militari” e vengono menzionate una serie di aziende italiane. Le nove persone coinvolte rispondono, a vario titolo, di associazione con finalità di terrorismo, istigazione e apologia con finalità di terrorismo e offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica, l’art. 278 del codice penale. In particolare, un indagato di 27 anni è stato sottoposto alla misura della custodia in carcere, tre indagati, di età compresa tra 56 e 35 anni, agli arresti domiciliari, mentre altri cinque – di età compresa tra i 47 e i 29 anni – all’obbligo di dimora.
Insulti anche contro il presidente della Repubblica
Destinatario degli articoli e degli insulti pubblicati dalla rivista clandestina anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “il cui onore e prestigio – scrivono gli inquirenti – è stato offeso in un articolo pubblicato dopo il discorso pronunciato il 18 ottobre 2022 in occasione della inaugurazione dell’anno accademico della Università di Pisa”. Sulla rivista sono comparse le rivendicazioni di azioni violente a firma della sigla Fai-Fri (Federazione anarchica informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale), come nel caso del plico esplosivo inviato il 27 giugno 2022, a Roma, presso la sede di Leonardo-Finmeccanica, indirizzato all’ad Alessandro Profumo. Diversi gli articoli inerenti l’attentato del 2 dicembre scorso, ad Atene, nei confronti di Susanna Schlein, vice Ambasciatrice italiana in Grecia e sorella della segretaria Pd, Elly.
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