Rintracciati i dispersi e gli sfollati sono rientrati a casa, ma i danni sono ingenti

Paura a Bardonecchia, nel Torinese, dove a seguito di un nubifragio sul Frejus, nella serata del 13 agosto una colata di detriti si è riversata nel torrente del paese facendolo esondare. Travolto il commissariato di polizia, reso inagibile, coinvolte le case attorno: un fiume di acqua, fango e detriti ha trascinato le auto in strada tra le 22 e le 23 di domenica sera, cogliendo tutti impreparati. “Non pioveva qui, ha piovuto in alto” spiegano i residenti del piccolo comune in Val di Susa. Poi, d’improvviso, la rottura degli argini: per ore si è parlato di 5 dispersi, un ferito e 120 sfollati. I numeri sono scesi nell’arco della giornata: i dispersi sono stati tutti rintracciati e gli sfollati, messi inizialmente nel campo della Croce Rossa Italiana allestito nel palazzetto dello sport, sono stati spostati negli alberghi della zona. A mano a mano che le abitazioni venivano controllate e bonificate, sono rientrati nelle proprie case. A metà giornata erano scesi a 60, solo in 3 la sera. In campo sono scesi subito i soccorsi, dai vigili del fuoco, che per tutta la notte hanno passato al setaccio le auto coinvolte e salvato 6 persone in un camper travolto dalla piena, ai carabinieri, che hanno subito attivato il servizio antisciacallaggio, passando per il soccorso alpino e la Guardia di Finanza. Il Coc, centro operativo comunale, è stato attivato nella serata di domenica e riaperto poco dopo le 7 del mattino di lunedì. Alcune auto sono state trascinate anche a 10 km di distanza. A Rochemolles il soccorso alpino ha prestato aiuto a dei campeggiatori: qui, le verifiche sulla diga non hanno segnalato problemi, ha confermato l’assessore regionale Marco Gabusi. Le zone più colpite dalla piena sono state principalmente concentrate lungo via Enaudi. Oltre al commissariato risulta aver subito gravi danni anche l’hotel ‘La Betulla’.

 

 

La sindaca: “Ancora problemi a gas e rete idrica”

Ad aggiornare sulla situazione passo dopo passo è la sindaca Chiara Rossetti: “Ci sono ancora problemi alla rete idrica e gas, che si stanno cercando di risolvere e sono ancora non completamente funzionanti le reti telefoniche”, spiegava a metà giornata. “Tecnici e soccorritori sono da ieri sera al lavoro, senza sosta, per ripristinare i gravi danni causati dalla frana. Ringrazio quanti si sono adoperati e si stanno adoperando senza sosta e i numerosi residenti e turisti che in queste ore stanno offrendo la loro collaborazione“. La viabilità è stata complicata per tutto il giorno: la chiusura della statale del Melezet “potrebbe durare giorni”, dice la Città Metropolitana di Torino. Entrare in paese era impossibile sia dalla statale che dall’autostrada, si poteva soltanto uscire. E nel pomeriggio una nuova allerta temporale ha costretto tutti a rimanere in casa. “La viabilità è difficile, alcune strade sono praticabili salvo alcune aree coinvolte in paese”, spiega il referente del Comitato Susa della Croce Rossa Italia, Michele Belmondo.

Chiesto lo stato di emergenza

L’assenza di vittime “è sicuramente una buona notizia” ha detto il presidente della Regione, Alberto Cirio. “Tuttavia i danni sono rilevantissimi”, ha aggiunto Cirio, che ha firmato la richiesta per lo stato d’emergenza. Dal governo è arrivato subito il supporto: “A nome mio e del Governo esprimo la massima vicinanza ai cittadini, al Presidente della Regione Piemonte e al Sindaco” ha detto la premier Giorgia Meloni. “Il Governo – sottolinea il vicepremier Antonio Tajani – sosterrà ogni sforzo contro i danni causati da fango e detriti”. Non si parla di fatalità ma di effetti del cambiamento climatico. Se la bomba d’acqua era forse imprevedibile, gli eventi estremi di quest’estate hanno insegnato che al forte caldo si accompagnano sempre più precipitazioni violente. E anche questo caso forse non è stato differente.

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