I comuni nei giorni scorsi, per bocca del delegato dell'Anci sull'immigrazione, avevano paventato il "tracollo" del sistema

In una estate già rovente per le altissime temperature da record, ad infiammare ancora di più il clima è lo scontro che si sta consumando in queste ore tra i sindaci e il ministero dell’Interno sul fronte dell’accoglienza ai migranti. Mentre le coste italiane, da Lampedusa alla Sardegna, continuano a registrare l’arrivo di persone dal nord Africa (pochi giorni fa hanno superato le 100mila), la polemica è tutta incentrata sulle regole di redistribuzione.

I comuni nei giorni scorsi, per bocca del delegato dell’Anci sull’immigrazione, Matteo Biffoni, avevano paventato il “tracollo” del sistema, in particolar modo riferendosi all’accoglienza dei minori. Biffoni aveva parlato di “perverso meccanismo politico perché questo è il governo del ‘niente sbarchi’ ma fuori dalla propaganda elettorale, perché loro hanno promesso questo, adesso sono in difficoltà”.

Una polemica bollata come “surreale” dal Governo, con il ministero dell’Interno che punta sì il dito contro quelle regioni a guida rossa, che non hanno aderito allo stato d’emergenza proclamato lo scorso aprile, ma che potrebbe portare il Viminale ad un ripensamento dei criteri di ripartizione non solo in base alla popolazione residente (70%) ma anche, per il restante 30%, in relazione alla superficie del territorio.

“Tutta l’Italia si sta caricando un peso che dovrebbe essere dell’intera Europa, e stiamo lavorando nell’Ue per questo – ha osservato il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Corriere della Sera -. Il ministero dell’Interno sta provvedendo ad una più equa redistribuzione dei migranti, ma abbiamo anche intenzione di inserire meccanismi più stringenti ed efficaci per i rimpatri di chi non ha diritto di essere accolto”. Ma la critica al Governo si alza anche da parte di quelle regioni a guida centrodestra, come la Basilicata di Vito Bardi: “Va bene la solidarietà – ha detto Bardi -. Ma non possiamo reggere numeri importanti. Leggo che il numero di assegnazioni si baserà non più solo sulla popolazione residente, ma anche sulla superficie del territorio. Questo parametro innescherebbe gravi criticità in una regione come la Basilicata: 131 Comuni, moltissimi dei quali sotto i 5 mila abitanti”.

Intanto, anche il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, in una diretta sui suoi canali social, specifica: “Il ministro dell’Interno sta lavorando a un decreto sicurezza nuovo per rendere più veloci e semplici le espulsioni, perchè non possiamo ospitare mezzo mondo in Italia con l’Europa che se ne frega e si volta come sempre dall’altra parte”.

Sul fronte degli arrivi, questi continuano a susseguirsi con ritmo costante. Stamani all’interno dell’hotspot di Lampedusa il numero delle presenze era di circa 1.100 persone, al termine di un trasferimento avvenuto nelle scorse ore e in seguito al quale 439 persone. In giornata sono previsti ulteriori trasferimenti dalla maggiore delle Pelagie, con 850 persone pronte a lasciare la struttura a bordo di due navi. In Sardegna, invece, sono stati 17 gli sbarchi sulle coste da Sant’Antioco a Villasimius. Questa mattina, cinque persone sono state intercettate sulla spiaggia di Campulongu, lungo la costa sud est dell’isola, davanti ai primi bagnanti della giornata. Per mercoledì pomeriggio è attesa al porto di Ortona la nave Ong “Life support” che ha a bordo una quarantina di persone, tra cui diversi minori, salvati nel Mediterraneo. A Siracusa, la Polizia ha arrestato i 2 presunti scafisti egiziani di 25 e 39 anni responsabili dell’imbarcazione giunta lo scorso 19 agosto a Portopalo Capo Passero con a bordo 33 persone di origine bengalese.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata