Alessandro Venturelli, la madre Roberta Carassai a Napoli: “Segnalazioni valide ma abbandonati dallo Stato”

La donna cerca notizie del figlio dal 5 dicembre 2020: "Trentadue mesi dopo ancora non so cosa sia accaduto"

E’ in treno di ritorno da Napoli Roberta Carassai, la madre di Alessandro Venturelli, scomparso ormai da 32 mesi. Dopo essere stata nel capoluogo partenopeo, in seguito a diverse segnalazioni, alla ricerca del figlio, la donna sta facendo ritorno a Sassuolo: “Ma torno perché quello che dovevo fare l’ho fatto, ora aspetto il lavoro della squadra mobile e della Polfer di Napoli” dice a LaPresse. “Stanno acquisendo le immagini delle telecamere a quanto so, e cercando di avere più informazioni per avere punti più precisi di dove poteva trovarsi Alessandro”, aggiunge. Venturelli è scomparso dal 5 dicembre 2020 e i genitori non hanno idea di dove possa trovarsi o del motivo per il quale si sarebbe allontanato da casa. 

Le segnalazioni arrivate da Napoli parlano di una ragazza che si troverebbe con il figlio. “Mi sono rivolta a questura e Polfer perchè sembra che 4 vigilantes domenica sera abbiano visto Alessandro con una ragazza e questo particolare, che era con una ragazza, viene fuori in diverse segnalazioni fatte da persone che non si sono parlate tra loro” spiega a LaPresse. “Non sono in grado di pensare, è talmente tutto assurdo che dopo 32 mesi non ho ancora una spiegazione di alcun genere”, afferma, quando le si chiede che idea si sia fatta sulla scomparsa del figlio. “Può essere successo qualcosa nella sua testa o può essersi trovato in una situazione brutta nel momento sbagliato. Non so”, aggiunge. “Quando sono partita per Napoli avevo 5 o 6 segnalazioni, arrivata lì ho avuto altre conferme”, spiega ancora. “Per me è una speranza che si è riaccesa nel buio”. 

“Credo che la politica e le istituzioni per le persone scomparse non facciano assolutamente nulla”, dice ancora. “In questi giorni ho avuto di nuovo la conferma che non c’è un protocollo per le persone scomparse. Non esistono linee guida. Il concetto di allontanamento volontario andrebbe eliminato”, aggiunge Carassai. “Ogni famiglia reagisce un po’ come può e affronta il dolore come può – spiega ancora – Sono consapevole che tanti famigliari di scomparsi sono nel silenzio assoluto, io ho reso tutto mediatico e credo che se qualcuno avesse voluto contattarmi sapeva come farlo, e lo ha fatto”.