Sette le persone accusate di violenza di gruppo la notte del 7 luglio, quando una 19enne è stata violentata al Foro Italico

Sono in corso nel tribunale di Palermo gli interrogatori di tre dei sette arrestati per la violenza di gruppo nei confronti della 19enne palermitana stuprata dal branco la notte del 7 luglio in un cantiere abbandonato del Foro Italico. Davanti al gip Marco Gaeta oggi compariranno Christian Maronia, Samuele La Grassa ed Elio Arnao.

Sabato scorso è stato interrogato l’unico minorenne all’epoca dei fatti dal gip del tribunale per i minorenni. Il più giovane degli arrestati ha confessato la violenza e il giudice lo ha scarcerato affidandolo ai servizi sociali. Sono invece ancora in cella i primi tre finiti in manetta ad inizio agosto: si tratta di Angelo Flores, l’unico che la vittima conosceva, Gabriele Di Trapani e Cristian Barone.

Uno degli indagati, Christian Maronia, da venerdì in custodia cautelare in carcere, si difende su un profilo TikTok con sei video in cui appare in primo piano e di dichiara innocente. I contenuti sono stati prodotti da Maronia nel periodo fra il 4 agosto e venerdì scorso quando è stato portato in carcere. 

Questura: “Non prevediamo misure staordinarie sicurezza”

Non è previsto alcun rafforzamento dei controlli da parte della Questura nel centro storico di Palermo, teatro lo scorso 7 luglio dello stupro di una 19enne ad opera di un gruppo composto da 7 ragazzi. “Non sono previste misure di sicurezza straordinarie perchè quella zona è sempre oggetto di massima attenzione da parte delle Forze di Polizia – spiegano a LaPresse dalla Questura palermitana -, a prescindere dagli episodi che possano accadere”. La vittima dello stupro fu “agganciata” dai suoi aggressori mentre si trovava nel mercato della Vucciria, uno punti di maggior aggregazione della “movida” di Palermo, per poi venire condotta dal “branco” in un cantiere del Foro Italico, a distanza di circa 300 metri da dove è avvenuto l’incontro. 

Amica arrestato: “Gabriele educato, amicizie sbagliate”

Gabriele ha deluso un po’ tutti, viene da una famiglia per bene e si è comportato sempre come un bravissimo ragazzo. È sempre stato un ragazzo rispettoso, educato e premuroso”. A raccontare a LaPresse la rabbia e la delusione di chi conosce Gabriele Di Trapani, uno dei 7 ragazzi accusati di violenza di gruppo nei confronti della 19enne palermitana stuprata dal branco la notte del 7 luglio in un cantiere abbandonato del Foro Italico è Anna, una amica di famiglia. “I genitori sono delle brave persone. Non ho proprio idea di cosa possa essere scattato nella testa di Gabriele. Non so se le amicizie che frequentava ultimamente l’hanno coinvolto ma sicuramente le amicizie sbagliate influenzano. I suoi genitori ora sono distrutti dal dolore”, ha aggiunto Anna. 

Polizia postale: “Spuntati anche profili fake”

Sono state numerose le segnalazioni arrivate alla Polizia postale dopo la ‘nascita’ su TikTok e altri social di profili che difendono uno degli indagati dello stupro di Palermo. “Non solo TikTok – dicono a LaPresse dalla Polizia postale – anche su altri social sono spuntati questi profili e stiamo monitorando tutto”. In assenza di una violazione della policy del social “è difficile che vengano rimossi” contenuti e profili. Molti profili, però sono dei fake, altri, come quello di cui sono arrivate numerose segnalazioni, sono stati aperti dopo l’arresto degli indagati, riprendendo video e contenuti dai loro account. La rete viene monitorata 24 ore al giorno e quando la Postale trova “spunti di indagine” fa partire la richiesta di ‘congelamento’ di profili e immagini con la sospensione poi degli account.

La situazione diventa più spinosa quando si tratta di Telegram, dove ci sono canali nei quali sono circolate richieste delle immagini dello stupro di gruppo di Palermo.”Vale allo stesso modo per le indagini sul terrorismo – affermano – noi chiediamo, tramite l’autorità giudiziaria dati e una rogatoria internazionale, che però il più delle volte resta senza risposta”. Ci sono temi e immagini “dirompenti” che girano sulla rete. “Basti pensare al revenge porn, alla sex extortion, alla pedopornografia, al cyberbullismo – viene evidenziato – Le nostre richieste di intervento sono immediate, parliamo di contenuti che vanno bloccati il prima possibile”.

L’indagato in lacrime: “Addolorato”

Christian Maronia è scoppiato a piangere e ha chiesto scusa durante l’interrogatorio di garanzie che si è tenuto oggi nel tribunale di Palermo. Maronia è stato interrogato davanti al giudice Marco Gaeta. Il 19enne ha ammesso di avere avuto un rapporto sessuale con la diciannovenne quella drammatica notte del 7 luglio, nel cantiere del collettore fognario al Foro Italico di Palermo. “Sono addolorato per ciò che è successo, chiedo scusa alla ragazza e alla sua famiglia. Sono tornato indietro insieme al ragazzo di 17 anni per aiutarla”. 

Un indagato si difende: “Ho solo guardato”

Ha risposto alle domande del gip di Palermo Marco Gaeta anche Samuele La Grassa. “Ha confermato di essere rimasto in disparte di non aver partecipato attivamente alla violenza – ha detto al termine dell’udienza l’avvocato di La Grassa – e di non conoscere la ragazza”.

Davanti al Gip: “Ho sbagliato a non andarmene”

“Il mio assistito ha risposto al giudice e ha detto di aver fatto una cazzata, si è reso conto dopo di aver sbagliato a non andarsene ma non lo ha fatto perché in quel momento non si è reso conto della violenza”. Queste le parole dell’avvocato di Elio Arnao al termine dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Palermo Marco Gaeta. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata