Il ricordo della tragedia in cui morirono 299 persone. Meloni: "Ricostruzione incompiuta, governo al lavoro"
Settimo anniversario del violento terremoto che sconvolse il Centro Italia nella notte del 24 agosto 2016: una scossa di magnitudo 6.0 con epicentro nel comune di Accumoli in cui morirono 299 persone. Il comune più colpito fu Amatrice, in provincia di Rieti.
Meloni: “Ricostruzione incompiuta, governo al lavoro”
“Purtroppo, a sette anni dal terremoto” che ha colpito il Centro Italia nell’agosto del 2016 “la ricostruzione è ancora incompiuta. È una ferita che non si è chiusa e fa ancora male. Oltre 14mila famiglie vivono tuttora lontane dalle loro case, molti territori faticano a tornare alla normalità, diversi i ritardi da colmare e le criticità che rimangono da affrontare. Il Governo sta operando per imprimere un cambio di passo, dalle norme ai cantieri”. Lo dichiara la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Il lavoro di squadra tra il Ministro per la Protezione Civile Musumeci, il Commissario Castelli e la Struttura commissariale, le Regioni coinvolte e i 138 Comuni del cratere sta dando buoni risultati – spiega la premier in una dichiarazione pubblicata sul sito del governo -. In questi mesi, dopo gli anni della pandemia e lo shock dei prezzi dovuto all’inflazione, si è dato un nuovo impulso alla ricostruzione privata e sono state poste le basi per velocizzare quella pubblica, snellendo le procedure e sostenendo concretamente i soggetti attuatori nelle attività di progettazione e sviluppo delle opere pubbliche”. La nota prosegue: “A questo lavoro si accompagna l’impegno prioritario per l’infrastrutturazione stradale delle aree dell’Appennino centrale, per troppi anni dimenticate e trascurate, con investimenti che raggiungono il miliardo di euro, e per porre le condizioni per nuove attività economiche e sociali. Da questo punto di vista, l’avanzamento puntuale e il riscontro al programma “NextAppennino”, finanziato dal Piano Nazionale Complementare del PNRR per le aree sisma 2009 e 2016, sta dimostrando che è possibile mettere a terra le risorse pubbliche per stimolare investimenti privati e gettare le basi di un nuovo sviluppo”.
Tajani: “Impegno per onorare la memoria delle vittime”
Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ricorda l’evento con un post sui social: “Il 24 agosto di 7 anni fa la prima terribile scossa di una lunga sequenza sismica che devastò il Centro Italia. 299 persone morirono a causa del terremoto. Non mi sono mai sottratto dinanzi alle nostre responsabilità, soprattutto quando ero Presidente del Parlamento europeo, cercando di far arrivare ogni risorsa possibile ai cittadini colpiti dal sisma. Dall’inizio di quest’anno siamo finalmente riusciti ad imprimere un cambio di passo per la ricostruzione e i dati sulle erogazioni dei fondi nei primi 6 mesi del 2023 hanno fatto registrare una crescita del 22% rispetto allo stesso periodo del 2022. Anche grazie allo snellimento della burocrazia, dei lavori pubblici e ad un maggior supporto ai comuni. Siamo consapevoli che ancora tanto deve essere fatto, Forza Italia e tutto il Governo garantiranno ogni sforzo pur di restituire piena dignità ai territori che ancora oggi soffrono le conseguenze del terremoto, ai 30mila cittadini che ancora oggi usufruiscono di una forma di assistenza abitativa. Il nostro impegno è per onorare la memoria delle vittime e dei loro familiari, ai quali rivolgo un pensiero di affetto e vicinanza in questa giornata di ricordo”, scrive.
Cosa è successo il 24 agosto 2016
“Il paese non c’è più. Sotto le macerie ci sono decine di persone“. È l’urlo di dolore e anche la prima testimonianza del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, poche ore dopo il terremoto del 24 agosto 2016, quando interi comuni tra Lazio, Marche e Abruzzo furono praticamente cancellati. Sono le 3.36. Il boato, la terra che trema con una forza di magnitudo 6.0. Il centro Italia si sveglia nel panico: i soffitti di case e negozi cadono, le travi si piegano, gli oggetti sembrano lanciarsi da mensole, scaffali e dispense. È buio, la notte tra il 23 e il 24 agosto, ma si illumina a giorno tra lampade di emergenze, fari di macchine che tentano la fuga, e quelli dei primi soccorsi che invece faticano ad arrivare tra alberi sradicati sulle piccole strade di montagna, dove anche i ponti sono scrollati. L’epicentro del sisma viene registrato nei pressi di Accumoli, nella provincia di Rieti, in Lazio, dove immediatamente dopo la prima prima scossa sembra che il paese sia stato spazzato via.
Alle prime luci dell’alba si parla già di decine di morti, mentre la terra continua a tremare in modo violento, circa 300 scosse, quelle più forti di magnitudo 5,1 alle 4.32 e 5,4 alle 4.33 con epicentro a 5 chilometri da Norcia. La faglia sull’Appennino non si placa alle 4.34 un’altra, e un’altra fortissima scossa, forse la più lunga, raggiunge l’entità 5,4. L’ultima di un certo rilievo poco prima delle 14 ad Arquata, di magnitudo 4,9. Si scava tra le macerie, si prega per i morti e per chi con un filo di voce grida aiuto sotto sotto i detriti. I vigili del fuoco lavorano, interrottamente, con l’ausilio della Protezione civile, della Croce rossa, delle forze dell’ordine e dell’esercito. Nessuno molla neanche per un istante, si lotta per portare alla luce quelle voci anche se flebili. Tutti si rimboccano le maniche, nessuno escluso. Il bilancio delle vittime è pesantissimo: 299, numero che supera il dramma dell’Aquila del 2006. Solo Amatrice conta 242 morti, di cui molti alloggiavano nello storico Hotel Roma, praticamente cancellato la stessa notte del 24 agosto. Indelebile l’immagine dei funerali celebrati il 30 agosto. Ventotto bare, di cui due bianche, su una di queste un orsacchiotto, e su entrambe le lacrime di genitori che quasi bagnano di più del temporale che proprio quel giorno decise di riversarsi sul tendone allestito a chiesa.
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