Oltre 300 naufraghi arrivati nella notte: nell'hotspot 1200 persone

Proseguono gli sbarchi di migranti a Lampedusa dove sono oltre 300 i naufraghi giunti dalla mezzanotte di oggi. A condurre le operazioni di salvataggio la Guardia costiera e la Guardia di finanza. Non si placano gli approdi nell’isola dove, fino a ieri sera l’hotspot contava circa 750 presenze, numero che adesso con i nuovi sbarchi rischia di aumentare in modo significativo.Oggi la prefettura di Agrigento ha predisposto il trasferimento di circa 500 persone a bordo della nave Galaxy che sarà diretta a Porto Empedocle.

All’interno dell’hotspot sull’isola gli ospiti sono saliti a 1200 circa. 

Oltre 400 persone recuperate da Ocean Viking in 10 ore di operazioni

Quasi 10 ore di operazioni senza sosta per il team della Ocean Viking che ha assistito diverse imbarcazioni e ha evacuato i sopravvissuti in coordinamento con la Guardia Costiera italiana tra Lampedusa e la Tunisia. Sono 438 i sopravvissuti a bordo. Lo rende noto la Ong. 

Open Arms: “Colpito tutto sistema salvataggio, non solo ong”

La nave ong Open Arms, dal 22 agosto scorso è ferma nel porto di Massa Carrara dove è giunta con 196 migranti salvati in mare. Salvataggi frutto di due interventi fatti nella stessa missione contravvenendo alle norme del decreto Piantedosi, ora diventato legge, che fissa un solo intervento per missione. La durata del fermo amministrativo sarà di venti giorni ed è stato notificato dalla polizia di Stato e dalla capitaneria di porto insieme ad una multa di 10.000 euro, diventati poi 3500 perchè saldati entro i cinque giorni dalla notifica. Abbiamo sentito Angelo Selim, a bordo della Open Arms. “La situazione è che abbiamo una nave ferma, non la possiamo muovere fino al 12 settembre. Noi ora abbiamo da rifare l’inventario, mettere a posto la barca ma queste cose le facciamo di solito in 3 o 4 giorni. Noi siamo fermi perché abbiamo salvato più persone di quelle che avrebbe voluto il Centro di coordinamento di Roma. In questo caso Roma ci ha detto di proseguire la nostra rotta senza darci spiegazioni nonostante la nostra segnalazione di un nuovo naufragio. La cosa che ci infastidisce – ha detto Selim a LaPresse – è che ora siamo in uno spazio legislativo dove il comandante deve fare una cosa per obbedire a leggi internazionali e dall’altra c’è questo decreto che non lo impedisce. Tra l’altro nella missione precedente era proprio Roma che ci chiedeva di assistere, aiutarli perchè noi nell’ultima missione abbiamo fatto 7 salvataggi, abbiamo assistito 700 persone in un giorno. A volte ci coordina Roma a volte si vede per ragioni che non conosco ma che intuisco siano solo politiche ci fermano. Questa volta non abbiamo avuto alcuna risposta e il comandante ha deciso quindi di intervenire. Noi siamo stati lasciati in questo caso alla nostra decisione”.”Il problema qui però non riguarda solo le Ong, anche la protezione civile fa un lavoro incredibile, senza mezzi. L’ultima volta ci hanno chiamato perchè non potevano uscire per mancanza di carburante. Non sarà certo questo decreto a farci cambiare idea sui nostri obiettivi. Finché sarà possibile – conclude – noi continueremo a prestare soccorso. Sarebbe ideale che non ci fosse più bisogno di noi, delle Ong e che si fosse un sistema che garantisca un passaggio sicuro per le persone che vogliono muoversi. Noi ci dedicheremo volentieri ad altro”. 

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