Il presidente dell'Ordine nazionale Davide Lazzari scrive una lettera alla premier: "La dimensione psicologica non è qualcosa di scontato e automatico"

Gli psicologi lanciano un appello al governo dopo i recenti fatti di cronaca che coinvolgono giovanissimi, come lo stupro di gruppo avvenuto a Palermo. La scuola deve occuparsi della dimensione psicologica dei ragazzi, chiede in sostanza il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, Davide Lazzari, in una lettera inviata alla premier Giorgia Meloni e pubblicata oggi dal quotidiano Il Tempo. Proprio di oggi è la notizia di un’altra gravissima violenza di gruppo, avvenuta questa volta su due 13enni, nel Parco Verde di Caivano, a Napoli

“Come un secolo fa non c’era bisogno dell’educazione motoria perché la si faceva vivendo, prima che la società diventasse sedentaria, oggi la scuola è chiamata nei fatti ad occuparsi della dimensione psicologica dei ragazzi, perché i giovani portano tutta la loro realtà nel contesto scolastico. Credo che sia venuto il momento di rendere sistematica e strutturale l’educazione alla psiche nelle scuole, di aiutare studenti e docenti nella promozione delle risorse psicologiche, delle competenze per la vita”, scrive Lazzari. “Abbiamo una proposta e se vorrai ascoltarla te ne parleremo. Smettiamola di inseguire la cronaca, cambiamo la storia e tutte le storie di violenza che aspettano di accadere”, assicura ancora il professionista spiegando poi come “storie atroci come quella di Palermo raccontano di una violenza e uno smarrimento del quale come terapeuta e come rappresentante della nostra comunità professionale potrei raccontarti a lungo: rende i percorsi problematici e difficili, le mete e gli obiettivi vaghi e confusi, impoverisce il presente e sbarra la strada verso il futuro”.

Lazzari nella lettera scrive di volersi limitare “a sottolineare che la dimensione psicologica, cioè la nostra soggettività, ciò che siamo e chi siamo, io, tu, tutti, come individui e membri di una comunità, non è qualcosa di scontato ed automatico. Ha necessità, come il nostro corpo, di nutrimento. Di fronte alla complessità del mondo abbiamo bisogno di una psiche aperta, accesa, responsabile, e invece assistiamo a un diffuso impoverimento delle risorse psicologiche che ha ricadute sui singoli e sulle relazioni, la vita sociale, la comunità. Non è solo questione di salute, di limitare il dilagare del disagio e dei disturbi, ma di pieno sviluppo della persona umana. Il rispetto di sé stessi, degli altri, delle regole comuni, i valori, l’etica non si improvvisano ma si costituiscono su una soggettività consapevole e responsabile”.

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