Una delle vittime era stata convinta a cedere agli indagati tutto il patrimonio, compresa la casa
Approfittavano della fragilità di donne anziane per truffarle e ottenerne il patrimonio: tre persone sono state arrestate in provincia di Varese oggi, 30 agosto dai finanzieri del Comando provinciale della guardia di finanza locale, in esecuzione di un’ordinanza cautelare personale e reale emessa dal Tribunale di Busto Arsizio su richiesta della Procura. L’accusa nei loro confronti è di aver raggirato le donne approfittando della fragilità psicologica ed emotiva delle loro vittime e del loro precario stato di salute. I tre indagati avrebbero sottratto alle vittime più di un milione di euro. Le indagini sono nate dalla segnalazione di una operazione sospetta in relazione alle norme antiriciclaggio, da cui è emerso che una donna in condizioni di inferiorità e deficienza psichica fosse vittima di “condotte manipolatorie da parte di diversi malfattori”. È poi emerso che le vittime erano state scelte proprio per le loro condizioni di salute e fragilità psicologica, dovuta, in uno dei casi, alla perdita dei genitori.
Una vittima aveva ceduto anche la casa
Una delle vittime era stata convinta a cedere l’intero patrimonio lasciatole dai genitori deceduti per un valore di 450mila euro, al punto che la donna si era ritrovata a vivere in una casa messa a disposizione dei servizi sociali nel Varesotto. Il tentativo della banda di sottrarre a un’altra delle vittime, alla quale avevano già sottratto 200mila euro, il premio di una polizza vita per un valore di 300mila euro, è stato bloccato attraverso il meccanismo dell’antiriciclaggio. Anche in questo caso, il premio sarebbe stato incassato dagli indagati. Dalle intercettazioni è emerso anche un sistema per il quale le vittime venivano convinte a mentire agli investigatori.
Madre di una vittima tenuta in vita per sottrarre eredità
Ma nelle indagini è emerso anche che uno degli indagati, infermiere, si vantava con i complici dell“impegno spasmodico” per tenere in vita una anziana donna, malata terminale e mamma di una delle vittime raggirate, in modo poi da sottrarne l’eredità. L’uomo sottoponeva l’anziana donna malata, in assenza del medico, a iniezioni direttamente in vena di potenti farmaci bronco-dilatatori per tenerla in vita.
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