Un portavoce risponde a LaPresse dopo la perizia di ieri, che sostiene che i dati forniti da Frontex fossero "fuorvianti"
Frontex si difene dopo la perizia diffusa ieri in merito alla strage di Cutro. “Le autorità italiane avevano accesso esattamente alle stesse informazioni di Frontex. Il Centro di coordinamento internazionale, il Centro di coordinamento nazionale e il Centro di coordinamento del salvataggio marittimo hanno tutti ricevuto lo stesso streaming live dall’aereo di sorveglianza Frontex nelle loro sale operative. Abbiamo immediatamente comunicato l’avvistamento con un rapporto per fare in modo che nessuna informazione passasse inosservata. Il rapporto di avvistamento conteneva immagini della nave, la sua posizione geografica, rotta e velocità”. Lo afferma a LaPresse un portavoce di Frontex, l’agenzia di gestione delle frontiere dell’Ue, proprio a proposito della perizia depositata presso la procura della Repubblica di Crotone sul naufragio di Cutro, in cui si afferma che i dati forniti da Frontex fossero “poco attendibili e fuorvianti”.
“I dati originariamente forniti alle autorità italiane – precisa il portavoce – si riferivano al momento del rilevamento: la rotta e la velocità dell’imbarcazione rilevate dall’aereo di sorveglianza Frontex erano specifiche di quel momento e non una media o una proiezione. I campi informativi nel modulo di avvistamento sono stati pre-concordati e rivisti più volte con le autorità italiane. Durante l’avvistamento erano presenti nella sala di monitoraggio di Varsavia esperti sia della Guardia di finanza italiana che della Guardia costiera. Tutte le informazioni fornite da Frontex erano tempestive e specifiche”.
Secondo quanto ricostruito nella consulenza tecnica depositata in Procura, firmata dall’ammiraglio in pensione Salvatore Carannante, a non quadrare sarebbero la posizione e la rotta indicate dal velivolo europeo alle autorità italiane. In base alle indicazioni Frontex il barcone Love Summer a quella velocità e con quel tragitto avrebbe dovuto trovarsi nello Jonio catanzarese del golfo di Squillace all’altezza di Copanello e verso le ore 7 del mattino. Il violento impatto con la secca di Cutro avvenne invece poco prima delle 4 del mattino e a parecchi chilometri a nord-est di distanza, nelle acque della provincia di Crotone. A conferma dei suoi rilievi l’ammiraglio Carannante porta i dati del radar della Guardia di Finanza di Isola Capo Rizzuto che ne attestano velocità e rotta.
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