Lampedusa, tensione tra migranti e forze dell’ordine sul molo Favaloro

Scene simili a Lampedusa non si vedevano dall’indomani della “primavera araba” del 2011. Oggi come 12 anni fa la maggiore delle Pelagie è di nuovo investita da una grande ondata migratoria che dal nord Africa ha portato in poche ore oltre 7mila persone. Centinaia le piccole imbarcazioni approdate direttamente in porto, o nelle calette ancora affollate di turisti in quest’ultimo scorcio d’estate. Il centro d’accoglienza all’interno dell’isola stamani contava oltre 6.000 persone. Tra loro decine di famiglie. Donne incinte. Minori non accompagnati. A fare da contraltare, il sistema di trasferimenti fuori dall’isola, in un equilibrio fragile che ha retto finchè i numeri lo hanno consentito. Gli uomini della Croce Rossa fanno il possibile, ma la gestione della struttura di contrada Imbriacola non è mai stata così complessa come nelle ultime ore. La disperazione di chi cerca aiuto si mischia a quella per chi non ce l’ha fatta, proprio quando si trovava ad un passo dalla terra ferma: è il caso di un neonato di appena 5 mesi, annegato durante le operazioni di sbarco. La madre del piccolo, anche lei giovanissima, è assistita dagli psicologi all’interno del centro d’accoglienza.Altissima la tensione anche sulla banchina del molo Favaloro. Decine di migranti hanno cercato di allontanarsi dall’area sorvegliata dagli uomini della Guardia di finanza, provando a forzare il cordone di sicurezza allestito dai militari. Una spinta contenuta dagli uomini delle fiamme gialle che si è risolta pacificamente. Momenti di tensione si sono avuti anche nell’hotspot nel pomeriggio al momento della distribuzione dei pasti. “La situazione è complessa, noi stiamo continuano con grande sforzo a garantire i servizi di base alle persone – spiega Francesca Basile, responsabile Migrazioni della Croce Rossa Italiana -. Cerchiamo di dare priorità alle famiglie, bambini e minori che stanno arrivando. La macchina dei trasferimenti è fondamentale”. Il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, nel corso di una conferenza stampa in vista dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ribadisce l’essenzialità “che ci sia solidarietà europea. Lo sforzo – ha detto – non può essere solo dei Paesi di primo arrivo”. Secondo Guterres, si tratta di una questione che “riguarda tutta l’Ue”, pertanto “devono esserci meccanismi di solidarietà”. Da Strasburgo, la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola recita il mea culpa dell’Ue: “Dalla tragedia di Lampedusa di 10 anni fa non abbiamo fatto abbastanza – dice -, non abbiamo fatto niente dal lato legislativo per i nostri cittadini che ci chiederanno conto per il mandato che viene”.

Ex sindaca Nicolini: “Situazione fuori controllo”

“La situazione è fuori controllo. Non c’è un’assistenza adeguata all’emergenza in atto. I numeri sono eccessivi ma è pur vero che a distanza di giorni, dopo una escalation di sbarchi, non c’è stato nessun intervento operativo di rinforzo da parte del governo”. A dirlo a LaPresse è l’ex sindaca di Lampedusa, Giusy Nicolini. “Non ci sono le grandi navi che devono essere già qui per poter evacuare l’isola e l’hotspot nel tempo più veloce possibile – prosegue -. Non mi risulta che ci siano operazioni di rinforzo per il monitoraggio e il soccorso a sud di Lampedusa, con gli stessi equipaggi che da 48 ore non dormono, non si riposano. Le persone che sbarcano non ricevono l’acqua per ore e poi la ricevono con le bottiglie lanciate nel mucchio, quindi la situazione è veramente grave la situazione”. Per Nicolini, prima cittadina dell’arcipelago delle Pelagie dal 2012 al 2017 “è una situazione caotica. E’ saltato il meccanismo oleato e collaudato nei decenni, per il quale c’era un protocollo e delle procedure, perchè gli sbarchi sono uno dietro l’altro. Qua dovrebbe esserci la Protezione civile nazionale, rinforzo di medici. Situazioni emergenziali a Lampedusa ne abbiamo viste, ma le si è affrontate con una coralità diversa”.

Meloni: “Unica soluzione è fermare movimenti primari”

Nonostante l’accordo con la Tunisia, “in parte mi aspettavo la crisi migratoria, ma tempo fa noi abbiamo detto alla Ue che non potevamo più accogliere da soli i ‘dublinanti’, e avevamo bisogno che l’Europa ci desse una mano. La questione dei ricollocamenti è secondaria, sono state ricollocate pochissime persone in questi mesi, è una coperta di Linus, la questione non è come scarichiamo il problema. L’unico modo di risolvere per tutti è fermare i movimenti primari, quindi gli arrivi in Italia”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso della registrazione di ‘Cinque minuti’, il programma di Bruno Vespa in onda dopo il Tg1. 

Salvini: “Quello che accade a Lampedusa è morte Europa”

Quello che accade a Lampedusa è la morte in Europa. Il neonato morto rappresenta la morte politica, culturale, sociale e valoriale”. Lo ha detto il vicepremier leghista e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, in conferenza stampa nella sede della stampa estera a Roma. “Penso che Giorgia (Meloni, ndr) stia facendo il possibile e l’impossibile, sta contattando von der Leyen, il G7, il G20, il G35. Se l’esito delle vie diplomatiche è Francia e Germania che dicono ‘tanti saluti e io chiudo’, siamo effettivamente da soli”, ha aggiunto.

Tajani: “Faremo necessario per Lampedusa, lavoriamo per stop arrivi”

“Nel rispetto della dignità di ogni essere umano il Governo farà tutto il necessario per aiutare i residenti di Lampedusa e i migranti che continuano ad arrivare sull’isola. Ringrazio le Forze dell’ordine e la Croce Rossa per i loro sforzi. Continuiamo a lavorare per fermare gli arrivi”. Lo ha scritto sul social network X, ex Twitter, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.