Fuga in paese per cibo e acqua, il sindaco del centro in provincia di Agrigento: "Pronti a barricate"

All’interno dell’hotspot di Lampedusa vi sono circa 900 persone. Stamattina, 18 settembre, nell’isola vi è stato un altro sbarco, sono approdate circa 34 persone che sono state soccorse dalla Guardia costiera. Lo apprende LaPresse. In giornata potrebbero essere possibili ulteriori trasferimenti dal centro di accoglienza gestito dalla Croce Rossa Italiana. 

Caos a Porto Empedocle, fuga in paese per cibo e acqua

Sale la tensione a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, dove da ieri, 17 settembre, sono ospitati circa un migliaio di migranti provenienti da Lampedusa e in attesa di essere trasferiti in altri centri d’accoglienza della penisola. Alcune centinaia di persone, come riferito dal sindaco della cittadina portuale, si sono allontanati dall’area d’accoglienza, che potrebbe ospitare circa 200-250 persone, per raggiungere il centro del paese alla ricerca di cibo e acqua. “Questo hotspot che dovrebbe contenere solo per transito 200/250 persone, ne contiene almeno 2000 – ha detto il sindaco Calogero Martello – È inaccettabile. Tutti lamentano di non mangiare né bere. Sotto il sole, in condizioni disumane”.

Sindaco Porto Empedocle: “Paese nel caos, pronti a barricate”

“In 200-300 sono scappati non per andare in altri luoghi, ma per andare a cercare qualcosa da mangiare e bere. È veramente vergognoso. Raccogliamo migranti per la città. È una situazione esplosiva che non può continuare così“. Lo ha detto il sindaco di Porto Empedocle, Calogero Martello, sui suoi canali social. “Il governo Meloni sarebbe dovuto venire anche a Porto Empedocle perché è necessario, come secondo porto d’approdo, trovare una soluzione – ha proseguito -. Se non avremo risposte entro 24/48 ore anche Porto Empedocle, che è sempre stata città d’accoglienza, farà le barricate come a Lampedusa. Queste condizioni sono disumane in un Paese, l’Italia, che non può accogliere in questo modo donne, bambini che si sentono male. Donne, bambini che non riescono a mangiare e bere regolarmente e che si ammazzano per un pezzo di pane”.

Altre 180 persone arrivate a Lampedusa nel mattino

Continuano gli sbarchi a Lampedusa dove stamattina sono arrivate circa 180 persone in due diversi momenti. Una trentina le persone sbarcate all’alba, molte in condizioni precarie di salute: altre 150 persone sono state salvate dalla Guardia di Finanza. Partite dalla Libia, la maggior parte sono profughi siriani ma arrivano anche dalla Nigeria e dal Bangladesh. Stamattina l’hotspot è blindato ma la situazione appare sotto controllo.

Darmanin: “Non accoglieremo nessuno da Lampedusa”

Intanto oggi il ministro dell’Interno francese, Gerald Darmanin, che si recherà a Roma per un vertice col suo omologo italiano Matteo Piantedosi, ha detto in un’intervista che la Francia non si sta preparando ad accogliere i migranti sbarcati a Lampedusa. La Lega ha replicato con una nota: “Basta chiacchiere da Italia ed Europa“. 

Caos a Porto Empedocle, agente ferito 

“Nelle ultime ore la situazione a Porto Empedocle è diventata esplosiva. Da ieri sera, infatti, ci sono circa 1.300 migranti sulla banchina e sono solo 20 gli agenti di Polizia a tutela dell’intera area. Questa notte alcuni migranti, in larga parte non ancora identificati, hanno tentato di scappare scavalcando le recinzioni e, così facendo, hanno schiacciato il cordone di poliziotti che tentava di impedirne la fuga. Un agente di Polizia, infatti, è rimasto ferito riportando diverse lesioni e una lussazione alla spalla”. Così dichiara in una nota Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. “Gli sbarchi continui stanno diventando uno dei problemi principali del Paese, perché oltre a mettere in ginocchio il nostro sistema di accoglienza, stanno distogliendo dal controllo del territorio moltissimo personale delle Forze dell’Ordine. È assolutamente necessario, dunque, far fronte a questa emergenza non solo inviando più agenti, come sta già facendo il ministro Piantedosi, ma anche attraverso assunzioni straordinarie tra le Forze di Polizia e con il blocco degli sbarchi” conclude. 

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