L'ex superlatitante si è spento nella notte all'ospedale de l'Aquila dove era ricoverato
È morto nella notte Matteo Messina Denaro. Il boss della mafia aveva 61 anni, era stato arrestato lo scorso 16 gennaio dopo circa 30 anni di latitanza. Messina Denaro si è spento nell’ospedale de l’Aquila dove era ricoverato, in una stanza blindata, dal mese di agosto. Il boss soffriva da tempo di un tumore al colon e da venerdì era stato dichiarato in coma irreversibile. Lo si apprende da fonti di polizia penitenziaria.
Accanto a Messina Denaro, ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale de l’Aquila, c’erano la nipote avvocata Lorenza Guttadauro e la figlia Lorenza Alagna. Da ieri mattina al boss, mai pentito, era stata sospesa l’alimentazione dopo il collasso di giovedì che lo aveva mandato in coma irreversibile. Messina Denaro venne arrestato il 16 gennaio scorso mentre andava a fare una chemioterapia a Palermo. Era stato lo stesso boss a chiedere di non essere sottoposto a procedure di rianimazione. Da settimane gli praticavano solo terapia del dolore. In un pizzino, infine, l’uomo avrebbe chiesto che non fosse celebrato alcun funerale in chiesa.
Salma sarà trasferita a Castelvetrano
La salma di Matteo Messina Denaro sarà trasferita da L’Aquila a Castelvetrano, paese d’origine dell’ex boss di Cosa Nostra, morto oggi all’età di 62 anni, dove poi sarà sepolto. Una volta avuti i resti, la famiglia deciderà se procedere alla cremazione, come da sua ultima volontà, o tumularlo. Come predisposto dal questore e dal prefetto, sono state vietate cerimonie pubbliche di commiato, sia religiose che laiche, compresa la commemorazione al cimitero cittadino.
Ospedale L’Aquila presidiato dalle forze dell’ordine
Ingente lo schieramento delle forze dell’ordine davanti l’ospedale dell’Aquila, dove è deceduto nelle prime ore del mattino Matteo Messina Denaro. Camionette della polizia penitenziaria, agenti di polizia e della Guardia di finanza stanno presidiando la struttura dove stanno continuando le operazioni burocratiche e mediche a seguito del decesso. A seguire tutte le pratiche post mortem la nipote e avvocata dell’ex boss Lorenza Guttadauro. Anche all’Aquila, come a Castelvetrano, questura e prefettura hanno vietato commemorazioni laiche o religiose.
Sindaco Castelvetrano: “Vigilare perché non si torni come prima”
“Oggi per noi è una giornata normale. Abbiamo finito il consiglio comunale in cui si è parlato dei tanti problemi di cui è afflitta la città. Sappiamo che è morto Matteo Messina Denaro: abbiamo manifestato il rispetto umano che merita, perché noi siamo diversi, non siamo mafiosi e abbiamo rispetto per la vita e per il suo epilogo, ma vogliamo ricordare chi era, un criminale, un assassino, uno stragista e così va ricordato. Non ha neanche avuto il coraggio di redimersi, di consegnarci e consegnare alla giustizia nomi, cognomi, fatti e antefatti che era quello che tutti ci aspettavamo per ripulire questo territorio definitivamente. Con la consapevolezza di chi era lui e chi erano i mafiosi, dobbiamo cominciare un percorso di attenzione massima perché qui non ci vuole tanto a riprodurre un’attività malavitosa. La società civile, insieme alle forze dell’ordine, ai magistrati e a tutte le istituzioni deve mantenere una vigile attenzione perché niente possa tornare come prima. Dobbiamo andare in un percorso di legalità e non fermarci mai più”. Così Enzo Alfano, sindaco di Castelvetrano, parlando a LaPresse in merito alla morte di Matteo Messina Denaro.
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