Le motivazioni della sentenza di condanna nei confronti di Paolo Pirino e Valerio Del Grosso
Anastasiya Kylemnik “ha messo in atto un vero e proprio depistaggio delle indagini (quando non era neanche sottoposta a indagini), proteggendo l’identità dei contatti di Giovanni Princi e assicurandogli il mantenimento del possesso della ragguardevole somma destinata al pagamento della droga”. Lo scrivono i Giudici della I Corte d’assise di Appello di Roma, nelle 53 pagine delle motivazioni di condanna per gli imputati accusati dell’omicidio di Luca Sacchi, assassinato con un colpo di pistola in testa la sera del 23 ottobre del 2019 alla Caffarella. Per l’omicidio del personal trainer di 24 anni finirono alla sbarra Paolo Pirino e Valerio Del Grosso, quest’ultimo considerato l’esecutore materiale del delitto. I giudici dell’Appello, che a giugno confermarono la condanna a 27 anni per Valerio Del Grosso, hanno ridotto a 14 anni e 8 mesi la pena per Paolo Pirino, e per Marcello De Propris, che procurò l’arma del delitto. Per la fidanzata di Sacchi, Anastasiya Kylemnyk, accusata di violazione della legge sugli stupefacenti, i magistrati hanno confermato la condanna a 3 anni. Anastasiya ” Con le sue menzogne – sottolineano i giudici nelle motivazioni della sentenza – ha rischiato anche di pregiudicare le indagini concernenti l’omicidio del fidanzato”. Nel processo si sono costituti come parte civile i genitori ed il fratello della vittima, assistiti dagli avvocati Armida Decina e Paolo Salice.
Del Grosso sparò per uccidere
Nelle motivazioni i giudici dell’Appello hanno ribadito le considerazioni del primo grado riguardo alla volontarietà dell’omicidio in capo all’esecutore materiale, Valerio Del Grosso. “Del Grosso ha dunque agito con la chiara previsione e volizione della morte o del grave ferimento della vittima – scrivono i magistrati – indifferente al risultato perché, sul momento, era preso solo dalla foga di portare a termine la rapina, verosimilmente alimentato anche da una sorta di intento dimostrativo a fronte delle parole di scherno del complice De Propris”.
“A tali argomentazioni”, si legge ancora nelle 53 pagine del dispositivo, “questa Corte deve aggiungere il rilievo che il verosimile (secondario) intento di dimostrare di essere anch’egli un “ragazzo di strada”, di spessore criminale analogo ai suoi complici della rapina, si pone in un rapporto di complementarietà con la forte determinazione di eliminare – con l’uccisione o con il ferimento – Luca Sacchi, paralizzandone (con un’azione violenta, e non semplicemente intimidatoria) la reazione impeditiva della consumazione della rapina”.
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