Viaggio nei covi sotterranei dei pusher, tra i cunicoli di via dell'Archeologia colonizzati dalla manovalanza dei clan

Un viaggio nella Tor Bella Monaca sotterranea. Non scavi archeologici o monumenti nascosti, ma un labirinto buio dove vivono 120 pusher a cui la criminalità ha fornito un covo sotterraneo come abitazione. Tra gli odori nauseabondi degli scarichi, dispersi nei corridoi, che una volta erano box auto aperti e che oggi sono stati murati e protetti da grate e porte blindate, si snoda il ‘girone’ infernale che alimenta il ricco mercato dello spaccio di droga di via dell’Archeologia. Carcasse di macchine rubate decenni fa e spogliate dei pezzi, un pavimento tappezzato di bustine e involucri utilizzati per confezionare la droga, è lo scenario che trova chi scende nei cunicoli, di via dell’Archeologia 52, ormai colonizzati dalla manovalanza del clan Moccia e delle famiglie dei Nastasi, Lionello, Longo e Maruca.

Un businesse da 300 milioni l’anno

Un business criminale da 800mila euro al giorno che, moltiplicato per un anno, produce un guadagno, per le famiglie di narcotrafficanti, che sfiora i 300 milioni di euro. Soldi, secondo le forze di Polizia che nel corso dell’ultimo triennio hanno messo a segno diversi blitz contro lo spaccio di droga in via dell’Archeologia, finiti nelle tasche della criminalità di zona che controlla la filiera della droga. Un welfare parallelo a tutto tondo, che recluta nel sistema criminale centinaia di manovali come vedette, rette, pusher e cavallini addetti al trasporto delle dosi da vendere ai pusher che stazionano davanti gli androni delle case popolari. Cocaina, eroina, hashish e marjuana, le sostanze stupefacenti più richieste dai tossicodipendenti. Dalle analisi tossicologiche effettuate dai carabinieri del Ris, dalla Polizia scientifica e dai tossicologi della Procura di Roma, sui campioni delle dosi sequestrate, sono emerse percentuali di purezza altissima, dal 75 al 95%.

Una sacca di illegalità diffusa

Ingressi murati e protetti da porte blindate e telecamere, garantiscono protezione, dai blitz delle forze di polizia, alla manovalanza reclutata, per lo spaccio al minuto della droga, tra gruppi di cittadini stranieri del nord Africa (Marocco, Algeria, Egitto e Tunisia) a cui, i narcotrafficanti italiani, hanno appaltato l’ultimo miglio della cocaina, quello del consumatore finale. I pusher stranieri, che ormai hanno soppiantato quelli italiani, lavorano nelle 13 le piazze di spaccio più redditizie con turni di lavoro fornendo droga nell’arco delle 24 ore. “Prefetto e Questore nell’ultimo mese sono venuti qui quattro volte, si sono resi conti visivamente di cosa si tratta. Qui c’è una sacca di illegalità diffusa e un mondo a sè”, spiega presidente del VI Municipio delle Torri, Nicola Franco sulla situazione di degrado e di illegalità di Tor Bella Monaca che lancia l’allarme. “Se non si riesce ad iniziare i lavori di riqualificazione e di demolizione degli alloggi sotterranei abusivi occupati dalla criminalità, rischiamo di perdere i fondi del Pnrr stanziati dall’Europa”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata