Il legale Gaetano Pasqualino: "Quella del governo è intromissione indebita"
Miaadi Hafedh, 21 anni, originario di Tunisi. Sbarcato a Lampedusa è stato poi trasferito a Pozzallo, nel nuovo Cpr da dove una giudice di Catania lo ha poi liberato insieme ad altri tre connazionali non convalidando la misura di detenzione al nuovo centro prevista dalle nuove procedure accelerate di riconoscimento alla frontiera. Una decisione che ha mandato in tilt le nuove norme sull’immigrazione varate dal governo Meloni ma che soprattutto ha riacceso il conflitto tra magistratura e politica. “Si tratta di una intromissione indebita – sostiene Gaetano Pasqualino, avvocato del ragazzo tunisino – È comunque una forma di intromissione da cui non si può rimanere indifferenti. Ogni volta che un magistrato, un avvocato nell’esercizio delle proprie funzioni viene additato come colui il quale o colei la quale vuole deliberatamente andare contro il governo per motivi politici è fuori luogo, è assurdo e inconcepibile”. Miaadi oggi è stato liberato, attualmente in viaggio verso nord ospite di uno zio, sta bene anche se ora attende la decisione della Commissione in merito alla sua richiesta di asilo. Un passo però è stato segnato, come spiega Pasqualino: “Questo provvedimento stabilisce che una persona straniera pur proveniente da un paese sicuro non può essere sottoposto a trattenimento per il solo fatto di aver presentato domanda di asilo politico. Questo oltretutto configurerebbe un respingimento collettivo per tutti coloro che chiedono protezione internazionale e provengono da un determinato paese. Questo è contrario ai principi fondamentali della nostra costituzione ma anche della Corte di Giustizia europea. Sulla cauzione poi – ha aggiunto – ha dichiarato la illegittimità in quanto si presenta come unica alternativa allo stato di detenzione e questo non è possibile ma anche impraticabile perché non si può ottenere una cauzione priva di documenti. Il principio fondamentale è che ogni caso va valutato singolarmente caso per caso. Viene finalmente dichiarata l’illegittimità di determinate disposizioni eccessivamente restrittive nei confronti delle persone straniere. Noi nell’ultimo periodo abbiamo assistito ad un susseguirsi di normative sempre più restrittive, ora il ministero vorrà impugnare questo provvedimento con un ricorso in Cassazione”
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