Oltre 30mila sfratti eseguiti con la forza pubblica in Italia nel 2022 (30.385) con una crescita del 218,6% sull’anno precedente e 99.316 richieste di esecuzione sfratto presentate dai proprietari di immobili agli ufficiali giudiziari (+199% sul 2021). Il Ministero dell’Interno ha rilasciato su richiesta dei sindacati inquilini i dati sui ‘Provvedimenti esecutivi di sfratto, richieste di esecuzione, sfratti eseguiti” nel periodo gennaio-dicembre 2022. I nuovi provvedimenti di sfratto emessi dai Tribunali nel corso dello scorso anno, e che potrebbero in parte risentire nella variazione ancora delle ‘moratorie’ avvenute in fase pandemica, sono 41.849 (+9,4%) dei quali oltre 33.500 a causa della morosità degli affittuari. La Regione che fa segnare il numero più elevato di nuovi provvedimenti è il Lazio (7.228, +20,75%, di cui 3.718 a Roma) seguita da Lombardia (6.094, +5,7%) e Campania (4.184, +10,83%). Nelle tre regioni aumenti percentuali a tre cifre per gli sfratti eseguiti con l’ausilio di ufficiali giudiziari e forza pubblica: +335% in Lazio (3.413), +296% in Lombardia (5.391); +282% in Campania (2.026). Il dato ‘migliore’ si registra in Valle d’Aosta (82 nuovi provvedimenti, 273 richieste di esecuzione, 44 sfratti eseguiti).
“Uno tsunami che travolge la coesione sociale nelle città, effetto della mancanza di politiche sociali e di qualsiasi forma di intervento pubblico, effetto della devastante deregulation degli affitti turistici che il Governo lascia senza limiti e controlli”, commenta la segretaria dell’Unione Inquilini, Silvia Paoluzzi, che ha chiesto e ottenuto i dati dal Viminale. “Una situazione insopportabile a cui il Governo risponde con cinica indifferenza, apprestandosi a negare anche in questa legge finanziaria il piccolo ombrellino di protezione del fondo sostegno affitti e per la morosità incolpevole”, aggiunge la sindacalista invitando alla “mobilitazione” a partire dalla manifestazione ‘La Via Maestra’ del 7 ottobre e alla campagna ‘Ottobre sfratti Zero’. “Ci appelliamo alle forze sociali, sindacali e politiche – conclude la segretaria dell’Unione Inquilini – la sofferenza abitativa esplode. Serve una grande mobilitazione unitaria per chiedere il rifinanziamento dei fondi soppressi e l’avvio di una nuova politica dell’abitare, a partire dal recupero e l’assegnazione degli alloggi pubblici vuoti e da un piano per l’incremento dell’edilizia residenziale pubblica a canone sociale”.