Rimossa la carcassa del bus che ieri sera è uscito di strada, crollando dal cavalcavia nella zona di Marghera
IN AGGIORNAMENTO – Il bilancio dell’incidente avvenuto ieri sera a Mestre è di “21 morti e 15 feriti”. È quanto conferma il prefetto di Venezia Michele Di Bari, in collegamento a Tg1 Mattina. “Tra i deceduti sono stati identificate già 7 persone, di cui 4 ucraini, un italiano, ovvero l’autista, un tedesco e una donna di nazionalità non nota, forse ucraina”. Il bus, precipitato da un cavalcavia a Mestre e poi andato a fuoco, stava rientrando al camping ‘Hu’ di Marghera. Proclamati tre giorni di lutto cittadino, al momento identificate sette vittime.
Sono state anche acquisite le scatole nere (cronotachigrafo) e si valuta se le immagini siano utilizzabili. Secondo quanto apprende LaPresse, sono in corso le analisi anche sullo stato del manto stradale e del guardrail del cavalcavia. Secondo alcune fonti, sul tratto di strada in questione il guardrail sarebbe vecchio e in alcuni tratti sarebbe in corso di sostituzione. Il Centro di coordinamento dei soccorsi ha informato che alle 5 di questa mattina sono terminate le operazioni di rimozione della carcassa dell’autobus da sotto il cavalcavia. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti sulle cause dell’incidente c’è anche quella della distrazione dell’autista, su cui è stata disposta l’autopsia con esami tossicologici.
Sul bus coppia in viaggio di nozze, morta la sposa
Un dramma nella tragedia. Tra i passeggeri presenti a bordo dell’autobus c’era anche una coppia di sposi, in viaggio di nozze in Italia, provenienti da Spalato, in Dalmazia. Nell’impatto, dove sono morte 21 persone, è deceduta anche la giovane sposa, mentre il coniuge è ricoverato in ospedale. La coppia si era sposata venti giorni fa e aveva scelto Venezia come meta del viaggio di nozze.
Ancora critiche le condizioni della bimba ricoverata
La bambina di tre anni rimasta gravemente ustionata dopo l’incidente e ora ricoverata a Padova è in condizioni ancora critiche. Lo apprende LaPresse da fonti sanitarie: la piccola è tra i feriti più gravi e le sue condizioni non sono migliorate da ieri sera. Gravi altre tre persone le cui condizioni sono al momento stabili così come tutti i pazienti, 11 in totale, in terapia intensiva.
Tra le vittime un bimbo di poco più di un anno
Tra le 21 vittime dell’incidente di Mestre c’è anche un bambino di un anno, forse due, il cui passeggino è stato trovato all’interno del bus. Lo confermano a LaPresse fonti sanitarie. Sono state inoltre identificati altri due feriti: una donna di nazionalità ucraina, mamma della piccola ricoverata a Padova, e un uomo di nazionalità austriaca, padre della bambina ricoverata a Treviso.
Anche esame Dna per identificare vittime
“Dare una identità alle vittime è difficile perché molti non avevano documenti con sé. Stiamo operando per il riconoscimento delle salme“, ha detto il procuratore Cherchi. “Ci sono loro parenti presenti, ma è difficile dare dei nomi con certezza – ha affermato – per questo ho dato l’incarico al medico legale e alla polizia scientifica affinché, se è necessario, si ricorra all’esame del Dna“.
“Oggi verrà disposta un’attività medico legale sia per l’attività ordinaria di controllo sia per identificare quanti erano privi di documenti“, ha aggiunto.
Disposta perizia su cellulare autista
I pm hanno disposto anche una perizia informatico-forense sul telefono cellulare in uso all’autista. Lo smartphone è stato recuperato e sequestrato e a breve sarà affidato a un consulente informatico nominato dagli inquirenti per ricostruire il traffico telefonico e dei dati nei momenti precedenti lo schianto. Questo esame permetterà agli investigatori di verificare se a provocare la tragedia possa aver concorso una distrazione del 40enne che era alla guida del bus.
Disposta autopsia ed esami tossicologici autista
La procura di Venezia ha disposto, oltre all’autopsia sul corpo di Alberto Rizzotto, l’autista dell’autobus, anche gli esami tossicologici ed il test di alcolemia. Un atto dovuto che servirà però a chiarire meglio la dinamica che ha portato alla tragedia.
Procuratore: “Nessuna collisione con altri mezzi”
“Il bus ha impattato il guardrail cinquanta metri prima di precipitare dal cavalcavia. In pratica ha corso a fianco del cavalcavia prima della sterzata che ha determinato la caduta. Non risultano segni di frenata né di impatto con altri mezzi“. Questa la dinamica dell’incidente descritta dal procuratore capo di Venezia. Sembra così per il momento esclusa la pista dell’auto pirata coinvolta nell’incidente.
Aperto fascicolo per omicidio plurimo stradale
Omicidio plurimo stradale contro ignoti. È l’ipotesi di reato con cui la procura della Repubblica di Venezia ha aperto un fascicolo d’inchiesta dopo l’incidente. Il procuratore capo di Venezia Cherchi ha ribadito in conferenza che per il momento “non ci sono indagati”.
Procuratore: “Assenza tracce di frenata”
“Dai primi rilievi sembrerebbe che sul campo del sinistro non ci sarebbero tracce di frenata“. È quanto ha spiegato il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, durante un incontro con la stampa. “Per il momento – ha aggiunto la procura – non ci sono ancora indagati e non siamo ancora in grado di effettuare una ricostruzione precisa di quanto accaduto. Oggi verrà disposta un’attività medico legale sia per l’attività ordinaria di controllo sia per identificare quanti erano privi di documenti”.
Tra le ipotesi anche la distrazione dell’autista
Con il passare delle ore dall’incidente, prende sempre più piede l’ipotesi che ad aver causato lo sbandamento del mezzo e la caduta possa essere stato un malore dell’autista, ma gli investigatori non escludono nemmeno che a causare lo sbandamento possa essere stata una distrazione del conducente. La Procura della Repubblica di Venezia ha aperto un fascicolo per ora contro ignoti, che permetterà di effettuare accertamenti sulle condizioni del manto stradale e del guard rail che ha ceduto dopo l’impatto con l’autobus della società ‘La Linea’. La Polizia locale, delegata per le indagini, insieme ai vigili del fuoco e alla polizia Stradale, sta verificando se i 35 passeggeri presenti all’interno del mezzo fossero in soprannumero rispetto ai posti a sedere.
Al vaglio pm ipotesi coinvolgimento altro mezzo
“È al vaglio della magistratura” l’ipotesi che nell’incidente del bus volato giù dal cavalcavia a Mestre possa essere coinvolto un altro mezzo. Lo dice il prefetto di Venezia, Michele Di Bari, rispondendo alle domande dei cronisti al termine della conferenza stampa convocata per fare il punto sulla strage del bus precipitato dal cavalcavia a Mestre, nella serata di ieri.”Come sempre accade in queste tragedie c’è attività pm che farà gli accertamenti su tutta la vicenda – ha affermato – Su questo credo che la magistratura darà le notizie più appropriate al momento giusto”.
Tre giorni di lutto
“È momento di lutto per tutti è un momento in cui bisogna stare in un silenzio che può diventare conforto”. Lo ha detto il prefetto di Venezia, Michele Di Bari, nel corso della conferenza stampa convocata per fare il punto sulla strage. “Vi saranno tre giorni di lutto voluti dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro”, ha affermato.
Il prefetto: identificati 7 vittime e 11 feriti
“Al momento sono stati identificati 7 vittime e 11 feriti”. Lo ha detto il prefetto di Venezia, Michele Di Bari, nel corso della conferenza stampa convocata per fare il punto sulla strage.”I feriti sono 15, tra loro sono stati identificati in 11, gli altri sono ancora da identificare”, ha affermato.Tra i ricoverati sono 3 minorenni, di cui una a Padova di nazionalità ucraina e due minori a Treviso. “I medici sono stati essenziali nella prima fase di soccorso e hanno individuato nell’immediatezza gli ospedali anche in ragione della patologia che in quel momento si riteneva che potesse offrire la migliore assistenza e per aver allestito nell’immediatezza un punto di raccolta per i familiari, con una componente psicologica e medica ad hoc”, ha aggiunto.
Servizio supporto psicologico per familiari vittime
È stato attivato il servizio di supporto psicologico per i familiari delle vittime dell’incidente. Il servizio di supporto psicologico è stato attivato in tutti gli ospedali dove sono ricoverate le vittime e presso l’obitorio dove sono state portate le salme. La Regione Veneto ha allestito e già attivato all’Ospedale dell’Angelo un servizio di accoglienza e una sala dedicata per i parenti. Nell’androne del nosocomio è attivo il punto di prima accoglienza che indica alle persone dove rivolgersi.In questi minuti sono già molte quelle arrivate all’ospedale.Per loro è stato attivato anche un servizio di interpretariato in lingua tedesca, ucraina, spagnola e francese.I parenti sono assistiti da un Team di specialisti composto da sette psicologi e tre psichiatri.
Tra i 15 feriti ci sono anche due bambine di 3 anni e un ragazzino di 13 anni. Una delle due bimbe è ricoverata nell’ospedale di Padova con gravi ustioni. Gli altri due feriti – secondo quanto apprende LaPresse – sono fratello e sorella di origine austriaca. La Ulss Serenissima ha rso noto che nell’ospedale di Mestre sono ricoverati 6 feriti di cui 4 sin condizioni gravissime.
Il camping: “Cordoglio, siamo in contatto con le autorità”
“Il Gruppo Human Company, proprietario di ‘Hu’ Venezia camping in town, struttura che ospitava alcune delle persone coinvolte nell’incidente avvenuto questa sera a Mestre, esprime il più profondo cordoglio e la massima vicinanza ai familiari dei passeggeri del bus”. Lo scrive la società proprietaria della struttura dove alloggiavano le vittime dell’incidente. “Siamo in contatto con la direzione sanitaria degli ospedali e con le autorità competenti per aggiornamenti sull’evolversi della situazione e sulle condizioni di salute dei feriti”, concludono dal Gruppo Human Company.
La ricostruzione della tragedia
Ancora da ricostruire nei dettagli la dinamica e le cause dell’incidente che ha visto il bus sfondare il guard rail sul viadotto e precipitare nel vuoto. Impressionante il racconto della tragedia da parte di un testimone che si trovava in un locale e si è subito precipitato sulla scena per capire cosa fosse accaduto, ascoltato da LaPresse: “Ho sentito una forte frenata, pensavo che fosse un treno. Poi il rumore dell’impatto, un tonfo. Mi sono allarmato e affacciandomi ho visto il fumo e sentito persone urlare aiuto”.”Mentre stavo raggiungendo l’autobus, le urla si sono trasformate in un silenzio tombale raccapricciante, che mi ha bloccato il sangue. Volevo aiutare ma sono stato bloccato da un mio amico e da una poliziotta, perché l’autobus era ancora in fiamme e a rischio di esplosione”, aggiunge. “Sono poi rimasto lì fino all’arrivo dei soccorsi, che sono arrivati dopo una ventina di minuti”, conclude.
Scattata la macchina dei soccorsi, i feriti di diversa gravità sono stati evacuati dal luogo dell’incidente e trasportati negli Ospedali di Mestre, di Padova, di Treviso, di Mirano e di Dolo. Sono stati quindi richiamati in servizio i medici e il personale dell’emergenza-urgenza, sono stati messi a disposizione tutti i mezzi dai diversi presidi ospedalieri, i Pronto Soccorso di tutti gli ospedali sono stati allertati allestendo aree destinate ad accogliere un numero elevato di feriti. Unanime e profondo il cordoglio delle istituzioni. Il presidente Mattarella e la premier Giorgia Meloni si sono immediatamente messi in contatto con il sindaco di Venezia e stanno seguendo in queste ore gli sviluppi della tragedia.
Zaia: “Mi si è gelato il sangue”
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha ricevuto la notizia dell’incidente a Mestre, in cui un bus è precipitato da un cavalcavia, “poco prima delle 20. Mi ha chiamato il responsabile del servizio 118 del Veneto. Mi sono subito allarmato perché so che quando mi chiama lui è successo qualcosa di veramente grave. Non è una persona che si fa viva per problemi futili”. “Senza giri di parole”, ricorda Zaia in un’intervista al Corriere della Sera, “mi ha detto: ‘Presidente, c’è stata una strage’. Mi si è gelato il sangue. Le notizie che poi sono arrivate via via nel corso della serata hanno confermato che ci troviamo di fronte a una tragedia che ha pochi eguali in Europa”. Sulle possibili cause dell’incidente Zaia afferma che “è troppo presto per avere informazioni precise”, escludendo che il cavalcavia da cui il bus è precipitato fosse un tratto pericoloso. Ma aggiunge: “Penso che su un’arteria del genere ci siano tante telecamere. Ci aiuteranno a fare luce sulle cause. Ora è il momento del pianto e del dolore. Ma poi sarà doveroso chiarire la causa perché chi ha un caro che ha perso la vita ha il diritto di conoscere la verità”.
Le condoglianze di Zelensky
A proposito dell’incidente del bus, “vorrei esprimere le mie condoglianze per le famiglie” delle vittime, “so che ci sono anche ucraini, italiani, francesi, spagnoli, vorrei esprimere condoglianze a tutte le famiglie da tutte le parti del mondo”. Lo ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervistato da Sky Tg 24. “Sfortunatamente questa tragedia ha unito tanti Paesi oggi”, ha aggiunto Zelensky.
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