Lo rende noto l'Ici, che aveva presentato richiesta di sospensione. Il 24 ottobre la Camera di Consiglio

Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di sospensione dell’Ici, Imprenditori Canapa Italia, in merito al decreto del governo che proponeva sostanzialmente lo stop all’uso orale dei prodotti a base di Cbd. Con decreto n. 6652/2023 pubblicato il 5.10.2023, “il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (TAR) ha accolto la richiesta di sospensione del DM del 7.8.2023 formulata da ICI con l’assistenza dello studio legale Prestige Legal & Advisory”, si legge in una nota sui social di Ici.

Il Decreto Ministeriale del 7 agosto 2023 emanato dal Ministero della Sanità, predisponeva l’inserimento delle “composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di Cannabis” nella tabella dei medicinali. Il ricorso dell’Ici era stato presentato il 3 ottobre e chiedeva l’annullamento del decreto che, a partire dal 21 settembre, classificava le composizioni di questo tipo come medicinali rendendone complessa la vendita. Il ricorso contestava tra le altre cose “la decisione di ricondurre il cannabidiolo tra le sostanze stupefacenti o psicotrope”. Sospesa dunque l’efficacia del decreto fino alla camera di consiglio fissata il 24 ottobre. 

Nello specifico, con il ricorso è stata denunciata dall’Ici “l’illegittimità del DM del 7.8.23 in quanto, tra le altre cose, l’inserimento dei composti ad uso orale a base di CBD nella tabella dei medicinali ivi stabilito è stato disposto senza la previa adozione del parere del Consiglio Superiore di Sanità, richiesto dalla vigente normativa e, già nel 2020, ritenuto necessario dal Ministero della Salute, che aveva sospeso l’inserimento in tabella delle suddette composizioni in attesa di ulteriori approfondimenti tecnico scientifici e senza che sia stato chiarito dalle preposte autorità se gli effetti del cannabidiolo varino con la percentuale di utilizzo” spiega l’Ici in una nota.

La decisione di inserire questi prodotti tra le sostanze psicotrope contrasta, secondo Imprenditori Canapa Italia, “con la giurisprudenza comunitaria (CGUE 19.11.2020, C663/18), che ha escluso che il CBD possa costituire uno stupefacente ai sensi del diritto europeo e icon le posizioni assunte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”.

Secono Ici immediatamente dopo l’entrata in vigore del decreto, erano anche state disposti ispezioni e accertamenti in danno degli operatori economici “in esito alle quali è stata contestata la violazione dell’art. 73 del DPR 304/1990 (in materia di sostanze stupefacenti o psicotrope) ed è stato altresì disposto il sequestro della merce (composti ad uso orale a base di CBD) presente presso gli esercizi”. I danni per l’intero comparto potrebbero essere, per l’Ici, “irreparabili”.

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