L'assessore alla Mobilità del Comune di Venezia: "Il bus ha strisciato per oltre 50 metri senza mai toccare un freno, senza mai controsterzare"

C’è l’ipotesi di omicidio stradale plurimo nell’inchiesta aperta dalla Procura di Venezia sul disastro del bus di turisti precipitato martedì sera da un cavalcavia a Mestre, dopo aver divelto un guardrail.

“Non è assolutamente accettabile far passare la teoria secondo cui il bus sia uscito da questo varco di un metro e mezzo, che è un varco che ogni tanto si interrompe nei guard rail per motivi di sicurezza e consentire il transito per le manutenzioni o il transito a piedi sul bordo del cavalcavia”. A dirlo a LaPresse è l’assessore alla Mobilità del Comune di Venezia, Renato Boraso.

“Lasciamo la Procura fare le proprie valutazioni – prosegue Boraso -. La Procura ha dichiarato che il mezzo non è uscito in quel punto, ma ben più avanti. Questo bus ha strisciato un guard rail per oltre 50 metri senza mai toccare un freno, senza mai controsterzare. Perchè non ci chiediamo come mai ha strisciato così a lungo, e il guard rai è lì. In Procura ci sono persone competenti e serie che fanno valutazioni tecniche serie”. 

Non c’è ancora una ricostruzione che possa stabilire con certezza le cause dell’incidente. Sono due le ipotesi principali al vaglio della magistratura sulle cause della tragedia: una manovra azzardata, con l’affiancamento ad un altro bus e un guardrail vecchio; oppure, sommato a questo, un malore dell’autista che non è riuscito a controllare il mezzo. 

Ass. Boraso: “Basta accuse a comune Venezia”

“La mia domanda è, spetta alla città risanare i piloni che qualcun altro ha costruito negli anni 60?”. A dirlo a LaPresse è l’assessore alla Mobilità del Comune di Venezia, Renato Boraso. “Prima di lanciarsi in j’accouse nei confronti di chi ha trovato 6,4 milioni di risorse per fare un monitoraggio dei piloni centimetro per centimetro, che il Comune ha sentito di fare in coscienza, dopo le vicende che sappiamo a livello nazionale, domandiamoci questo. Spetta al Comune?”, ha detto l’esponente della giunta guidata da Luigi Brugnaro. “Venire accusati di cose inenarrabli, anche no. Qualcuno vuole mettere in croce gli uffici tecnici del Comune di Venezia. Io li difendo sempre e comunque perchè so come lavorano”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata