L'ex sindaco di Riace, principale imputato del processo 'Xenia', colpevole solo per il reato di abuso d'ufficio
È stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, principale imputato del processo ‘Xenia‘ scaturito da un’inchiesta della Guardia di Finanza sulla gestione dei progetti di accoglienza dei migranti nel borgo locrideo in provincia di Reggio Calabria. Lucano è stato condannato solo per il reato di abuso d’ufficio. Gli altri 17 imputati sono stati assoluti dopo quasi 7 ore di camera di consiglio. Ribaltata la sentenza di primo grado. Per Lucano la Procura generale aveva chiesto la condanna a 10 anni e 5 mesi di reclusione. Una pena già inferiore a quella richiesta nel 2021 dal Tribunale di Locri che aveva condannato Lucano a 13 anni e 2 mesi di carcere per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio.
Difensori Mimmo Lucano: “Giustizia è fatta”
“Il fatto non sussiste per le accuse di associazione a delinquere, abuso d’ufficio e trasporto rifiuti e tanti altri reati per cui era stato condannato. Oggi Mimmo Lucano è stato assolto da tutti i reati gravi. Giustizia è stata fatta nei confronti di un uomo che ha sempre operato nell’unico e esclusivo interesse del bene comune e della difesa dei più deboli. Non a caso nelle nostre arringhe parlavamo di “accanimento non terapeutico” nei confronti di Lucano e di uno stravolgimento dei fatti anche dovuto a un uso distorto delle intercettazioni. Oggi è stata ristabilita la verità dei fatti riguardo un uomo che ha sempre agito in maniera disinteressata. Esiste un giudice anche in Calabria”. Lo dichiarano gli avvocati Andrea Dacqua e Giuliano Pisapia, difensori di Mimmo Lucano, a margine della lettura della sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria. L’ex sindaco di Riace è stato condannato a 1 anno e 6 mesi. La sentenza d’appello ha ribaltato quella di primo grado in cui Lucano, principale imputato del processo ‘Xenia’ scaturito da un’inchiesta della Guardia di Finanza sulla gestione dei progetti di accoglienza dei migranti nel borgo locrideo, era stato condannato a 13 anni e 2 mesi per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata