I due uomini di 49 e 44 anni avrebbero inviato soldi in Medioriente. Nelle chat insulti agli ebrei e attenzione morbosa ai bambini

Da quanto si apprendr al Palazzo di Giustizia fra i soggetti minacciati in chat di whatsapp e telegram e sui social ci sarebbe anche la premier Giorgia Meloni.”Sono emerse minacce dirette a cariche istituzionali italiane”. Lo ha detto in conferenza stampa a Milano il Procuratore della Repubblica Marcello Viola illustrando l’operazione di Digos, Centro Operativo  per la Sicurezza Cibernetica di Perugia, Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e Servizio Centrale Polizia Postale e delle Comunicazioni che ha portato all’arresto di un egiziano e un italiano di 49 e 44 anni per essersi associati allo Stato Islamico e istigazione a delinquere con finalità di terorrismo. I due uomini sono stato sottoposti a custodia cautelare in carcere dal gip di Milano Fabrizio Filice. 

Avrebbero inviato soldi in Medioriente per il “‘sostentamento delle vedove dei combattenti e i loro bambini” i due uomini di 49 e 44 anni (un egiziano e un cittadino italiano di origine egiziana) arrestati questa mattina dalla Digos di Milano nell’ambito dell’inchiesta per la partecipazione ad associazione con finalità di Terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di Terrorismo, coordinata dal Procuratore della Repubblica Marcello Viola e il pm Alessandro Gobbis. È quanto emerge durante la conferenza stampa in Procura a Milano. L’indagine condotta dalla Digos di Milano, dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Perugia, dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio Centrale Polizia Postale e delle Comunicazioni è iniziata nel 2021 dall’analisi su fonti aperte (Osint) su alcuni gruppi whatsapp di matrice jihadista. Gli investigatori hanno trovato traccia di alcune migliaia di euro inviati dagli indagati in Yemen, Palestina, Siria, Libano ed Egitto. 

Ebrei scimmie. Il nostro imminente appuntamento è a Gerusalemme” e “maiali, i monoteisti vi sgozzeranno come pecore“. È il contenuto di alcune conversazioni via chat e contenuti pubblicati su Facebook dai due uomini di 49 e 44 anni (un egiziano e un italiano di origine egiziana) arrestati a Milano per partecipazione con finalità di Terrorismo allo Stato Islamico. I due – di lavoro operai, residenti in due Comuni dell’hinterland milanese e che non risultano frequentare moschee o luoghi di culto in Lombardia – hanno subito una prima perquisizione con sequestro dei dispositivi informatici nel dicembre 2022 nell’ambito dell’inchiesta di Digos e Polizia Postale coordinate dal Procuratore di Milano Marcello Viola e il pm Alessandro Gobbis. Nel corso dell’inchiesta partita a Perugia  sono stati anche sottoposti a captazione informatica con un trojan. 

Pm: “Da Isis attenzione morbosa a bimbi, li fanno sparare in video”

Una “attenzione quasi morbosa ai bambini” con una serie di “video con bambini a viso scoperto che sparano con delle pistole a dei prigionieri” ai quali viene fatta pronunciare una formula prima dell’esecuzione. Lo ha detto il sostituto procuratore di Milano, Alessandro Gobbis, durante la conferenza stampa sugli arresti di un 49enne e un 44 di origine egiziani, accusati di associazione e partecipazione allo Stato islamico e istigazione a delinquere con finalità di Terrorismo. Uno dei due uomini “stava cercando di andare in Turchia”, come emergerebbe da alcune conversazioni nella disponibilità degli inquirenti, mentre il più giovane “aveva in corso un’attività di indottrinamento nei confronti del figlio adolescente”.

Pm: “Da Isis attenzione morbosa a bimbi, li fanno sparare in video”

Una “attenzione quasi morbosa ai bambini” con una serie di “video con bambini a viso scoperto che sparano con delle pistole a dei prigionieri” ai quali viene fatta pronunciare una formula prima dell’esecuzione. Lo ha detto il sostituto procuratore di Milano, Alessandro Gobbis, durante la conferenza stampa sugli arresti di un 49enne e un 44 di origine egiziani, accusati di associazione e partecipazione allo Stato islamico e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. Uno dei due uomini “stava cercando di andare in Turchia”, come emergerebbe da alcune conversazioni nella disponibilità degli inquirenti, mentre il più giovane “aveva in corso un’attività di indottrinamento nei confronti del figlio adolescente”. 

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