Il progetto diventerà a breve operativo a partire dal comune di Pozzuoli, quello maggiormente interessato dal fenomeno del bradisismo e delle scosse di terremoto

Curare “l’ansia da scosse” i cui primi sintomi già si intravedono nei residenti dei Campi Flegrei, in particolare nei bambini. È l’obiettivo del progetto di sostegno psicologico che vedrà coinvolti i più piccoli, ma anche i genitori e gli insegnanti, elaborato dall’Ordine degli Psicologi della Campania. Il progetto diventerà a breve operativo a partire dal comune di Pozzuoli, quello maggiormente interessato dal fenomeno del bradisismo e delle scosse di terremoto. Lunedì scorso c’è stato il primo incontro operativo tra il sindaco Luigi Manzoni e l’Ordine, rappresentato dal presidente Armando Cozzuto e dal referente del gruppo di lavoro ‘Psicologia dell’emergenza’, Ciro Mayol.

Si partirà dai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria“, spiega a LaPresse il presidente dell’Ordine degli psicologi della Campania, Armando Cozzuto.”Sarà articolato in una serie di fasi – aggiunge – durante le quali prevediamo incontri soprattutto con gli insegnanti, poi anche con i familiari, al fine di andare a formare quelli che che noi chiamiamo ‘tutor di resilienza’, figure possibilmente presenti all’interno delle scuole che possano avere quegli strumenti conoscitivi e in parte emotivi per accompagnare i bambini in questa fase molto delicata”.

Una fase che, spiega Cozzuto, “ricorda quell’indeterminatezza tipica del primo periodo del Covid. Si vive una situazione di incertezza, per quanto ci siano tecnici al lavoro che intervengono e monitorano la situazione ovviamente non abbiamo la certezza di cosa possa accadere”. E questo sta comportando l’emersione di “sintomatologie di ansia in particolare tra i bambini: c’è un aumento di casi di enuresi, la pipì a letto, e di angoscia da separazione, che se in una fase del ciclo di vita può essere fisiologica, si sta manifestando in bambini che magari prima andavano tranquillamente a scuola e che invece ora non ci riescono, o chiedono il tempo parziale, e a casa chiedono di tornare nel lettone. Sono tutte sintomatologie – sottolinea Cozzuto – che se prese in tempo possono essere contenute”. 

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