Cronaca

Terrorismo, restano in carcere i 2 uomini arrestati a Milano

È stata rigettata la richiesta degli arresti domiciliari del 44enne italiano di origine egiziana Alaa Refaei, di Monza, e il 49enne Mohamed Gharib Hassan Nosair, di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, arrestati lo scorso 17 ottobre. I due sono accusati di apologia del terrorismo islamico, insulti antisemiti, minacce a “cariche istituzionali italiane” e soldi inviati in Medioriente a sostegno della donne dello “Stato islamico”.

I due operai – il primo ex piccolo imprenditore dell’edilizia finito in disgrazia – in Italia rispettivamente da 22 e 15 anni, apparentemente insospettabili, ora sono accusati di essersi associati all’Isis e di istigazione a delinquere con finalità terroristiche. Refaei – indottrinato dal 49enne – avrebbe pubblicato il 30 novembre 2022 un “giuramento di fedeltà allo Stato Islamico” e “minacciato direttamente le più elevate cariche istituzionali dello Stato italiano, in particolare la Presidente del Consiglio” Giorgia Meloni, si legge nelle carte del gip Fabrizio Filice che ha disposto la custodia cautelare in carcere.

“In considerazione dell’esito dell’istanza e del rigetto, la difesa presenterà nei prossimi giorni istanza al tribunale del Riesame, perché ritiene non sussistenti le esigenze cautelari, in particolare la pericolosità sociale”, ha dichiarato Emanuele Perego, legale di Alaa Refaei.

“Sottolineo la stranezza di un’indagine iniziata un anno fa nella quale viene effettuata una perquisizione, i due indagati non vengono considerati pericolosi perché non c’è arresto o emissione di ordinanze di custodia cautelare, dopo non vengono più monitorati“, prosegue l’avvocato. “Non commettono azioni violente, non c’è prova che abbiano proseguito l’attività che viene contestata come reato e solo il 13 ottobre, dopo i fatti di Hamas nella guerra tra Palestina e Israele, viene emessa l’ordinanza di arresto per fatti antecedenti a dicembre 2022. Nonostante non ci fosse emerso niente di nuovo in questi mesi, viene emessa un’ordinanza di custodia cautelare”.