Sono 303 le vittime tra i senza dimora in Italia nel 2023. Il conteggio aggiornato, visionato da LaPresse, è tenuto dalla Federazione italiana organismi per le persone senza dimora. L’ultima vittima è stata trovata oggi a Torino, vicino alla stazione di Porta Nuova, su una panchina. Nel 2022 le vittime erano state 399, nel 2021 250, nel 2020 212. Il trend è quindi in crescita. La ‘Fio.psd’ considera i senza dimora morti nelle città italiane per diverse cause: malori, morte violenta, overdose, suicidi e altre cause. Secondo quanto apprende LaPresse, 113 sono stati vittime di malori. Le vittime che vengono considerate morte per il freddo, vengono conteggiate in questa categoria. Sono invece 38 le vittime di violenza, 16 i suicidi. Su base territoriale, sono 66 le vittime tra i senza dimora in Lombardia nel 2023, mentre il bilancio è di 54 nel Lazio. Considerato l’uomo trovato morto a Torino, davanti alla stazione di Porta Nuova, in Piemonte si è arrivati a 18 nell’anno in corso.
“Si parla molto anche di Torino, ma sono Milano e Roma le due città dove si registrano più vittime tra i senza dimora, poiché in percentuale ce ne sono di più”. Così a LaPresse Michele Ferraris, della Federazione italiana organismi per le persone senza dimora. “Milano e Torino attuano dei piani freddo anche ben strutturati, c’è una bella organizzazione per cui le amministrazioni agiscono per tempo e raggiungono una parte delle persone ma non è mai possibile raggiungere tutti. Su Torino se ne raggiungono di più perché i numeri sono minori, su Milano è decisamente più difficile”, aggiunge.
Questa mattina la notizia che a Torino è stata trovata morta una persona senza dimora su una panchina: le temperature non sono ancora così basse da poter immaginare che si sia trattato di una morte per freddo, ma sembra che l’ipotesi più accreditata sia quella di un malore. “I piani freddo hanno una loro utilità, ma non risolvono il problema che c’è durante tutto l’anno. Se guardiamo agli scorsi anni, il numero di vittime tra i senza dimora non aumenta sensibilmente con il freddo ma è piuttosto costante”, aggiunge Ferraris, per il quale “non si deve aspettare l’arrivo del freddo per agire, il tema è centrale durante tutto l’anno: per questo noi insistiamo molto sul tema dell’abitare, bisogna modificare l’approccio”.
“Dall’allarme alcol tra i senza dimora siamo passati all’allarme crack. In particolare a Torino, è questo il nuovo attore”. Così a LaPresse Paolo Narcisi, di Rainbow4Africa, che da anni si occupa dell’aiuto alle persone senza dimora a Torino. “Nei salotti delle città magari le persone senza dimora sono diminuite ma nelle periferie il disagio è aumentato, ed è qui che si vede l’effetto delle droghe”, aggiunge Narcisi. Proprio oggi R4A ha reso operativo il progetto Torino Street Care 3.0, organizzato insieme a Camminare Insieme e DRC Italy con il supporto delle Fondazioni Lavazza, Pirelli e Iveco e il sostegno degli Ordini dei Medici e degli Infermieri con il Comune di Torino, che prevede la presenza di un autobus in strada per aiutare i senza dimora. “Si dice sempre ‘aiutiamoli a casa loro’, e la casa dei senza dimora è la strada” aggiunge Narcisi. “Non è possibile che il senza dimora morto oggi sia morto assiderato, si muore di indifferenza – aggiunge Narcisi – Secondo la nostra percezione, i senza dimora comunque sono in aumento e la situazione è preoccupante”. Non tutti, però, muoiono in strada: nel 2023, secondo i dati ottenuti da LaPresse, sono 88 le vittime morte su panchine e marciapiedi. Molte altre persone muoiono negli ospedali, in case abbandonate, in auto.