Giù i battenti anche per 35 centri di rianimazione

Negli ultimi 10 anni si conta una riduzione sul territorio nazionale di 61 dipartimenti di emergenza, 103 pronto soccorso, 10 pronto soccorso pediatrici e 35 centri di rianimazione. Il quadro preoccupante lo fornisce a LaPresse Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva, associazione che nel 1980 ha fondato il Tribunale per i diritti del Malato. Strutture sanitarie che chiudono e professionisti che si dimettono e “l’ambito dell’emergenza-urgenza è fra quelle più toccate dal fenomeno delle dimissioni di medici e infermieri, come ci raccontano i numeri degli ultimi anni. I cittadini fanno i conti con queste carenze, ad esempio aspettando ore in pronto soccorso prima di essere visitati, o dovendo raggiungere altri ospedali anche solo per l’accettazione a causa della riduzione costante e cospicua delle strutture di emergenza, soprattutto nelle aree interne del Paese”, spiega ancora Mandorino.

“È una delle numerose urgenze del nostro SSN, come abbiamo denunciato con la campagna ‘Urgenza Sanità’ che fa il paio con la mancata riorganizzazione dell’assistenza territoriale e con le lunghe liste di attesa per visite ed esami. Così il cittadino rischia di restare sguarnito di presidi fondamentali – conclude Mandorino- per ricevere cure adeguate e tempestive; in questo senso il ricorso ai medici a gettone nel breve termine potrebbe sembrare il male minore, ma in realtà pregiudica la forza del servizio pubblico, poiché non investe sulle sue risorse stabili, e sula sostenibilità dell’intero sistema sanitario”.

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