Potranno essere applicate le attenuanti al giovane che nel 2020 uccisa il padre per salvare la madre dall'ennesima aggressione

Via libera allo sconto di pena per Alex Cotoia (ai tempi Alex Pompa), il giovane che nel 2020 uccise il padre a coltellate a Torino per difendere la madre dall’ennesima aggressione. È questo l’effetto della decisione della Consulta che con la sentenza numero 197 ha dichiarato incostituzionale l’ultima comma dell’articolo 577 del codice penale introdotto dalla legge sul codice rosso. Con la decisione della Corte costituzionale, in sostanza, anche nei processi per omicidio commesso nei confronti di una persona familiare o convivente il giudice deve avere la possibilità di valutare caso per caso se diminuire la pena in presenza della circostanza attenuante della provocazione e delle attenuanti generiche. Alla luce della sentenza, la Corte d’assise d’appello di Torino, che aveva sollevato il caso a maggio scorso, “rifisserà l’udienza e, visto che gli è stato dato il via libera per considerare prevalenti le attenuanti, potrà applicare il nuovo principio normativo e quindi fare altre due riduzioni, arrivando a una pena di poco superiore ai 6 anni“, conferma a LaPresse l’avvocato di Alex, Claudio Strata.

Il legale: “Alex più tranquillo dopo decisione”

“Di fronte a una situazione che è stata completamente ribaltata in Appello siamo per ora contenti che ci sia stata questa sentenza che permette di affrontare anche il prossimo grado di giudizio con un po’ più di tranquillità. Sappiamo che se il giudice della Cassazione dovesse confermare la condanna, Alex purtroppo andrà in carcere, ma quantomeno l’aspettativa è che non stia un tempo troppo lungo. Se gli avessero inflitto 14 anni, Alex – un ragazzino all’epoca dei fatti – avrebbe passato un’eternità in carcere, rischiando di uscire completamente demolito da un’esperienza carceraria lunga”. Così a LaPresse l’avvocato di Alex Cotoia, Claudio Strata, dopo la decisione della Consulta che ha aperto la possibilità per i giudici di applicare le attenuanti anche in caso di omicidio in famiglia. Dopo la decisione della Consulta, il legale riferisce di aver sentito il giovane di Collegno: “Era al lavoro ed era sollevato, non di più, perché sappiamo che comunque arriverà una condanna”. Alex oggi lavora nella reception di un hotel e “a novembre si laurea in Scienze della Comunicazione. Cerchiamo di andare avanti”, aggiunge l’avvocato, secondo cui la Corte Costituzionale accogliendo i rilievi sul codice rosso “è stata coerente, perché sta eliminando dal codice tutte le norme che impongono dei limiti ai giudice“. Con il codice rosso, infatti, si era “giustamente pensato di dover inasprire il trattamento sanzionatorio nei confronti dei reati commessi all’interno della famiglia, ma nel caso di Alex questo inasprimento delle pene e del trattamento sanzionatorio ha rivelato tutti i suoi limiti. Bisogna che il giudice sia libero di decidere caso per caso considerando anche le piccole sfumature. Di fronte a 10 omicidi il giudice deve essere libero di dare 10 pene completamente differenti da caso a caso”, afferma il legale.

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