La testimonianza al corteo pro-Palestina nella Capitale: "Non vogliamo acqua o cibo ma il cessate il fuoco"

Yara Abushab ha 22 anni e studia medicina. È nata e cresciuta nella Striscia di Gaza e grazie a un programma di scambio della International Federation of Medical Student Association è in Italia. Sarebbe dovuta restare soltanto il mese di ottobre per poi tornare a casa sua nella Striscia ma non può farlo a causa del riesplodere del conflitto tra Israele e Hamas. “L’ultima volta che ho sentito la mia famiglia è stata una settimana fa e, fidatevi, non ci sono parole per descrivere cosa stanno vivendo ora” racconta al corteo per la Palestina di Roma partito da Piazza Vittorio. “Sono nata e cresciuta a Gaza e sono sopravvissuta a cinque guerre: 2008, 2012, 2014, 2020, 2021, 2022 e ora 2023. Ne ho viste tante per una studentessa di 22 anni. Fidatevi, questa volta è un genocidio. Abbiamo perso oltre 10mila palestinesi in meno di un mese. Non so cosa stia aspettando il mondo. Ci serve la vostra voce e il vostro aiuto. Non vogliamo acqua o cibo ma vogliamo il cessate il fuoco subito“. Con i cronisti condivide le poche notizie che ha della sua famiglia da Gaza: “L’ultima volta che ho parlato con mia madre mi ha detto che non c’è modo di descrivere la situazione. Stanno tutti in una stanza così nel caso in cui bombardino la casa muoiono tutti e nessuno sopravvive. Così nessuno soffre da solo. Sono sempre stati forti e fedeli alla causa palestinese ma la situazione è difficile. Preferiscono bere l’acqua del bagno e non vanno in bagno a meno che non sia un’emergenza. Non hanno elettricità e caricano i telefoni con le batterie dell’auto”. Yara è in piazza per portare la sua storia e per lanciare un appello per lo stop di ogni ostilità sul territorio palestinese: “La situazione è indescrivibile. Non posso credere che nel 2023 e nessuno ne stia parlando. La vostra voce è importante ma non basta. Abbiamo bisogno che il fuoco cessi subito a Gaza“.

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