L'interrogatorio è stato anche sospeso per una decina di minuti, a causa di un crollo emotivo della ragazza

“Ero paralizzata, volevo urlare, ma non riuscivo a muovermi”. Sarebbero queste le prime parole pronunciate da Silvia (nome di fantasia ndr), la presunta vittima di violenza sessuale di gruppo, nell’udienza del processo che vede imputato Ciro Grillo, figlio del comico genovese, insieme a tre suoi amici genovesi (Edoardo Capitta, Vittorio Lauria, Francesco Corsiglia). Si tratta del passaggio più drammatico della prima fase dell’interrogatorio della ragazza italo-norvegese davanti al collegio del tribunale di Tempio Pausania. L’interrogatorio è stato anche interrotto per circa dieci minuti dopo un momento di commozione e crollo emotivo della ragazza nel momento in cui le è stato chiesto di ricostruire quella serata del 2019 nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo. La ragazza ha dovuto interrompere la sua deposizione sopraffatta dalla forte emozione.

Caso Grillo, la presunta vittima: “Forzata a bere vodka”

“Con una mano mi hanno preso per il collo e con l’altra mi hanno forzato a bere vodka“. Silvia, la presunta vittima di violenza di gruppo, avrebbe ammesso in udienza di aver bevuto molto la sera del presunto stupro avvenuto nella villa di Porto Cervo della famiglia Grillo e che non avrebbe quindi potuto avere un rapporto sessuale consenziente: a forzarla a bere sarebbero stati gli imputati. Secondo quanto dichiarato in udienza, oggi la ragazza avrebbe sofferto anche di problemi alimentari e avrebbe manifestato comportamenti autolesionistici, situazioni in qualche modo riconducibili al trauma subìto a causa della violenza. 

Gli avvocati degli imputati nei giorni scorsi si erano detti disponibili, con la presentazione di una istanza, ad acquisire le dichiarazioni di Silvia già agli atti ed evitare così di sentirla in aula. Il tribunale ha però deciso di non tenerne conto e procedere con una normale deposizione, come era già successo con Roberta, l’altra ragazza che accusa i quattro imputati e che ha parlato in aula un mese fa. Respinta anche la proposta dell’avvocata di parte civile, Giulia Bongiorno, di utilizzare un paravento per proteggere la ragazza in aula. Silvia, davanti ai giudici per la prima volta, prima dello stop stava rispondendo alle domande del pubblico ministero su quanto successo quel 26 luglio 2019, in cui Silvia si presentò al Comando della Stazione dei carabinieri di Milano, Porta Garibaldi, e raccontò della presunta violenza che avrebbe subito dagli imputati nella casa di Porto Cervo in Sardegna di Ciro Grillo.

Caso Grillo, l’avv. Bongiorno: “Ragazza devastata, ha tentato il suicidio”

“Una ragazza devastata, che ha tentato il suicidio. Per noi legali questi sono i momenti più difficili, è stata una deposizione tra i singhiozzi”. Sono le parole di Giulia Bongiorno, avvocato di parte civile di Silvia. “Sono giornate dolorose, vedere una persona che, nel raccontare quello che le è accaduto, ha raccontato anche dei tentativi di suicidio, atti autolesionistici, corse verso i binari per farsi mettere sotto il treno, forse fa capire che a volte si banalizzano fatti che sono di una gravità inaudita e che devastano”, ha detto la Buongiorno.

Caso Grillo, difese imputati pronte a rinunciare a testimonianza presunta vittima

Le difese dei quattro imputati nel processo hanno inoltre dato la propria disponibilità al collegio del tribunale di Tempio Pausania a non acquisire in udienza nuove dichiarazioni delle presunta vittima, ma utilizzare tutte le dichiarazioni acquisite nella fase delle indagini preliminari. “Abbiamo comunicato alle altre parti che se tutti fossero d’accordo, potremmo acquisire le dichiarazioni che la ragazza ha già reso – ha spiegato a La Presse Antonella Cuccureddu, avvocata di Edoardo Capitta -. Le dichiarazioni della ragazza risalgono al giorno della denuncia, le vennero fatte circa 1400 domande, poi nel 2020 altre centinaia di domande, è normale che il ricordo in quel momento fosse più preciso dell’attuale. Ma il principio del dibattimento è che la prova si forma davanti al giudice e conterà quello che viene detto oggi”. 

Nei giorni scorsi la decisione del pool di legali sarebbe stata comunicata agli avvocati di parte civile e al tribunale di Tempio. La nuova posizione delle difese va incontro alle osservazioni che erano state fatte dagli avvocati di parte civile, Giulia Bongiorno e Dario Romano, sulle pesanti conseguenze di una deposizione in aula per una persona traumatizzata. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata