Controinterrogatorio della ragazza da parte dei legali dei quattro imputati per violenza sessuale di gruppo
Continua nel tribunale di Tempio Pausania (Sassari) il processo per stupro di gruppo nei confronti di Ciro Grillo (figlio di Beppe, comico genovese e fondatore del M5S) e di tre suoi amici (Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria). La giornata di oggi, 8 novembre, è dedicata al controinterrogatorio della presunta vittima, la 23enne italo-norvegese Silvia, da parte del pool difensivo dei quattro imputati. Ieri aveva confermato molti dettagli sulla presunta violenza sessuale, che sarebbe avvenuta tra il 16 e il 17 luglio 2019 nella casa della famiglia Grillo a Porto Cervo.
Sentito in aula audio della ragazza
In aula è stato ascoltato un audio, collocabile nei giorni successivi la presunta violenza di gruppo, in cui la presunta vittima il 29 luglio raccontava a un’amica di non essere voluta andare nei mesi precedenti al Bar Magenta a Milano per non dover incontrare ragazzi con i quali aveva avuto delle precedenti frequentazioni. In un altro audio la ragazza, poi, distingue tra flirt e rapporti sessuali, che lei dice di aver avuto solo con l’unico fidanzato Nick, mentre i flirt sono semplici amicizie. In questo modo, stando alla tesi della parte civile, voleva sgombrare il campo da ogni possibile voce circa eventuali comportamenti libertini che avrebbe avuto in quanto norvegese, come nel senso comune sarebbe stato percepito.
Ragazza piange di nuovo in aula, udienza sospesa
Successivamente, nel corso dell’udienza, c’è stato un nuovo momento di forte emozione, le lacrime a interrompere un racconto teso davanti al fuoco di fila delle domande degli avvocati degli imputati. Il dibattimento è stato sospeso per pochi minuti davanti al nuovo pianto di Silvia. Nella sua deposizione la ragazza ha parlato dell’abbandono della scuola cattolica e ha risposto sulla questione relativa a due chat WhatsApp successive alla data del presunto stupro. Le frequentazioni della giovane, alcuni messaggi delle chat e il bacio al Billionaire: in questi passaggi e in altri ci sarebbero, secondo i legali degli imputati, alcune contraddizioni che vorrebbero fare emergere rispetto ai verbali degli interrogatori e a quanto emerso già ieri in aula, nel primo giorno della sua deposizione.
Difese: “La ragazza si è contraddetta”
In udienza, contrariamente a quanto previsto alla vigilia, non sono state proiettate le immagini dei video acquisiti dai telefonini degli imputati, ma sono state viste immagini che hanno consentito di ricostruire le fasi precedenti il presunto stupro, soprattutto riferibili alla serata in discoteca al Billionaire di Porto Cervo. “Non c’è stata vittimizzazione secondaria della ragazza: abbiamo chiesto, per non avere sofferenza processuale, di riprodurre le centinaia di pagine di materiale che avrebbero consentito alla persona offesa, che è anche parte del processo, di sottrarsi alla escussione, ma non è stata accettata dalle altre parti processuali – ha spiegato Mariano Mameli, difensore di Edoardo Capitta -. Noi lo avevamo offerto. Se la teste vuole essere sentita in aula, dobbiamo farlo secondo le regole del processo. La ragazza ha usato la parola ubriaca, ma non la aveva ricondotta alla fase della discoteca, nella deposizione di oggi lo stato di ebbrezza viene anticipato a fasi non emerse dalle indagini – ha proseguito Mameli -. Abbiamo rilevato una prima serie di contraddizioni che sono legate ad antefatti che saranno approfonditi, come l’ebbrezza anticipata ad altri momenti. C’è diversità nel raccontato e vanno richiamate le dichiarazioni fatte in precedenza”.
Secondo gli avvocati degli imputati la ragazza si sarebbe contraddetta su alcuni punti rispetto a quello che risulta dagli atti e ad alcuni dei testimoni già sentiti in aula. “La ragazza è stata lucidissima e tranquilla, ha parlato a lungo e senza alcuna emozione di un rapporto violento subito in Norvegia, ha descritto i dettagli, rispondendo a domande di chiarimento, ma ricordava anche cose diverse da quello che ricordava prima – ha detto Antonella Cuccureddu, avvocato di Francesco Corsiglia -. La ragazza ha risposto alle domande anche con dei non ricordo. Del fatto non si è parlato, non abbiamo chiesto delle sue passate esperienze, se non per l’episodio di un’altra violenza sessuale di cui aveva già parlato lei e su cui ha aggiunto altri dettagli. In una violenza sessuale in cui una persona assume di essere stata spogliata, un avvocato può esimersi dal chiedere come fosse vestita? Posto che c’erano delle fotografie, per cui le è stato chiesto se fosse lo stesso vestito che indossava quando erano accaduti i fatti. La ragazza ha chiesto personalmente di rispondere a tutte le domande, altrimenti avremmo acquisito tutte le dichiarazioni rese in sede di indagine e avremmo visto il video in aula senza la sua presenza”.
Avvocato presunta vittima Giulia Bongiorno: “Ragazza ancora provata”
“L’udienza di oggi dimostra come, facendo il loro lavoro, gli avvocati di controparte compiono una caccia all’errore, come se la persona offesa fosse l’imputata, chiedendo come fosse vestita, se ci fossero stati precedenti frequentazioni, sulla scuola cattolica, con domande dirette a tratteggiare una personalità che la mia assistita ha sempre respinto. Anche nella chat la ragazza ha sempre detto che per lei il sesso è sacro, ma le dava fastidio essere considerata ‘leggera’ perché norvegese. Che aveva avuto dei flirt, ma che per lei il sesso è sacro. Credo che questa sia la linea che emerge in maniera documentale. Poi oggi si sta parlando anche della tuta e di come è vestita, si fanno domande per screditare la teste, ma è una ragazza provata che stanotte non ha chiuso occhio dopo aver dovuto rivivere questa vicenda, vuole essere precisa ma cade in momenti di grande sconforto. Ma con grande rigore sta cercando di andare avanti”, ha dichiarato Giulia Bongiorno, legale della presunta vittima.
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