I dati dell'associazione relativi al 2022: il 6% è triste
L’utilizzo sempre più pervasivo delle tecnologie digitali ha forte impatto sulla salute mentale di tutti compresi i giovanissimi. Lo evidenziano le richieste di aiuto arrivate alla linea di Ascolto 1.96.96 del Telefono Azzurro, che nel 2022 ha raccolto 1459 segnalazioni relative a problemi di salute mentale (4 casi al giorno) e quelle gestite dal numero Emergenza Infanzia 114 che, nel 2022, sono state ben 347. In uno studio presentato per la Giornata dell’Infanzia, realizzata con il supporto di BVA Doxa su 800 ragazzi tra i 12 e i 18 anni e presentata all’evento di Fondazione S.O.S. il Telefono Azzurro ETS “Il futuro dell’infanzia tra nuovi scenari e risposte concrete”, si legge che solo il 41% dei ragazzi che ha partecipato al sondaggio si è sentito felice nelle ultime due settimane. Il 21% dei giovani ha dichiarato di sentirsi in ansia o preoccupato (20%), il 6% triste. A 1 ragazzo su 2 – si legge nel report – il futuro appare come un qualcosa di davvero oscuro. Tra le principali sofferenze che gli adolescenti riscontrano tra i loro coetanei vi è al primo posto la dipendenza da internet e dai social network (52%), seguita dalla mancanza di autostima (41%), dalle difficoltà relazionali con gli adulti (40%), ansia e attacchi di panico (30%). Soltanto il 2% ritiene che i propri coetanei non vivano situazioni di sofferenza.
Per il 61% dei minori potrebbe essere utile parlare di più dei problemi psicologici, perché spesso ci si vergogna e si ha paura di chiedere aiuto. Chiedere aiuto a un esperto di salute mentale però rappresenta ancora una vergogna per 1 ragazzo su 3, che teme di essere giudicato in modo negativo dalla società. Secondo il rapporto “Il futuro dell’infanzia tra nuovi scenari e risposte concrete”. Per il 41% dei rispondenti sarebbe molto utile formare e insegnare ai genitori come essere vicino ai figli che stanno male, mentre il 39% auspica che a scuola si parli sempre di più di salute mentale. Anche essere seguiti da un professionista o da uno psicologo rappresenta una soluzione per il 39% degli intervistati, ma il 22% preferirebbe potersi raccontare in modo anonimo utilizzando ad esempio le chat. Intelligenza artificiale, chatbot e app di salute mentale. Anche se con la pandemia il tema del benessere mentale ha iniziato ad assumere un ruolo sempre più rilevante, soltanto il 39% dei più giovani ne parla nella vita di tutti i giorni e il 40% fa ricerche in rete sul tema.
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