Il Pontefice ha ricevuto in udienza i partecipanti al primo incontro nazionale dei Servizi e dei Centri di ascolto territoriali per la tutela dei minori e dei più vulnerabili, promosso dalla Cei.

“Nessun silenzio o occultamento può essere accettato in tema di abusi. Questa non è materia negoziabile”. Lo ha detto Papa Francesco, ricevendo in udienza i partecipanti al primo incontro nazionale dei Servizi e dei Centri di ascolto territoriali per la tutela dei minori e dei più vulnerabili promosso dalla Cei. Il Papa ha sottolineato l’importanza di “perseguire l’accertamento della verità e il ristabilimento della giustizia all’interno della comunità ecclesiale, anche in quei casi in cui determinati comportamenti non siano considerati reati per la legge dello Stato, ma lo sono per la normativa canonica”. Quindi il pontefice ha aggiunto: “Custodire vuol dire anche prevenire le occasioni di male, e questo è possibile soltanto attraverso una costante attività di formazione, volta a diffondere sensibilità e attenzione alla tutela dei più fragili. E questo è importante anche fuori dal nostro mondo ecclesiastico. Pensate che, secondo le statistiche mondiali, tra il 42 e il 46 per cento degli abusi si fanno in famiglia o nel quartiere. Zitto, si copre tutto: gli zii, i nonni, i fratelli, tutto. Poi, nel mondo dello sport, poi nelle scuole, e così via”.

Papa: “Criticità nella sanità, no medicina solo a pagamento”

“Insieme ai tanti professionisti della sanità, voi costituite una delle colonne portanti del Paese. È ancora bruciante il ricordo della pandemia: senza la dedizione, il sacrificio e l’impegno degli operatori sanitari, molte più vite sarebbero andate perdute. A distanza di tre anni, la situazione della sanità in Italia si trova ad attraversare una nuova fase di criticità che sembra diventare strutturale. Si registra una costante carenza di personale, che porta a carichi di lavoro ingestibili e alla conseguente fuga dalle professioni sanitarie. La perdurante crisi economica incide sulla qualità della vita dei pazienti e dei medici”. Lo ha detto Papa Francesco, ricevendo in udienza i rappresentati della Federazione italiana medici pediatrici (Fimp) e dell’Associazione Otorinolaringologi ospedalieri italiani (Aooi). Questi fattori “ledono l’esercizio di quel diritto alla salute che fa parte del patrimonio della dottrina sociale della Chiesa e che è sancito dalla Costituzione italiana quale diritto dell’individuo, cioè di tutti – nessuno escluso –, specialmente dei più deboli, e quale interesse della collettività, perché la salute è un bene comune”, ha sottolineato il Papa. “La sanità pubblica italiana è fondata sui principi di universalità, equità, e solidarietà, che però oggi rischiano di non essere applicati. Per favore, conservate questo sistema, che è un sistema popolare nel senso di servizio al popolo, e non cadete nell’idea forse troppo efficientista – alcuni dicono ‘moderna’–: soltanto la medicina pre-pagata o quella a pagamento e poi nient’altro. No. Questo sistema va curato, va fatto crescere, perché è un sistema di servizio al popolo”, ha concluso. 

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