Alla direzione della struttura di Verona non risultano richieste da parte della famiglia del 22enne accusato dell'omicidio di Giulia
Il colloquio tra Filippo Turetta e i genitori, papà Nicola e mamma Elisabetta, era stato autorizzato dalla procura di Venezia ma non si è tenuto. Infatti alla direzione del carcere di Verona non risultano richieste da parte della famiglia Turetta.
L’interrogatorio del 22enne accusato di aver ucciso la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, in provincia di Vigonovo, è durato meno di mezz’ora. Il giovane non ha risposto alle domande della gip Benedetta Vitolo, ma ha deciso di rilasciare comunque dichiarazioni spontanee, nelle quali ha ammesso di aver ucciso Giulia e di volersi assumere le proprie responsabilità. L’interrogatorio si è svolto alla presenza del pm Andrea Petroni, titolare del fascicolo, e del suo legale, Giovanni Caruso.
La decisione di non rispondere all’interrogatorio è stata presa probabilmente dall’avvocato Caruso, che solo due giorni fa ha ricevuto gli atti dell’indagine e ha fatto sapere che “non presenteremo alcuna richiesta di riesame né un affievolimento della misura in corso di esecuzione“. Il legale aveva inoltre detto, al termine del colloquio con il suo assistito che non avrebbe “anticipato niente” in merito all’interrogatorio in programma domattina “per rispetto all’autorità giudiziaria”.
Venerdì alle 9, all’istituto di anatomia patologica di Padova, è invece prevista l’autopsia sul corpo di Giulia a cui parteciperà anche il consulente medico legale Antonello Cirnelli, nominato dai familiari di Cecchettin. In quella sede, si stabilirà l’orario approssimativo della morte, la causa del decesso, se per dissanguamento o asfissia, e il numero delle coltellate che Turetta avrebbe inferto su Giulia. L’esame servirà anche a stabilire se i segni sui polsi di Giulia Cecchettin siano compatibili con il nastro adesivo trovato nella Fiat Grande Punto, con cui Turetta avrebbe trasportato il corpo della giovane, fino al Lago di Barcis. Con l’esame autoptico si stabilirà anche se Filippo ha torturato Giulia prima di ucciderla.
La procura di Venezia solo dopo l’autopsia sul corpo della studentessa potrebbe aggiungere l’aggravante della crudeltà nel capo d’accusa contestato, così come quella della premeditazione. Per Filippo Turetta ad oggi l’accusa contestata è quella di sequestro di persona e omicidio volontario aggravato. C’è attesa inoltre per i rilievi dei Ris sulla Fiat Punto, i risultati saranno utili a chiarire le modalità e la dinamica del delitto. La Fiat Grande Punto di Filippo Turetta dovrebbe arrivare – come apprende LaPresse – in Italia già da sabato.
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