Nell'inchiesta della procura milanese anche l'ipotesi di turbativa d'asta. Indagati l'amministratore delegato di fatto e quello di diritto della Martinina, società che gestisce il centro

La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta sul Centro di Permanenza per il Rimpatrio dei migranti irregolari di via Corelli con le ipotesi di reato di frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta. Sono in corso in queste ore perquisizioni e acquisizioni di documenti nel Cpr da parte della Guardia di Finanza e il pubblico ministero Paolo Storari. Al centro dell’indagine c’è la Martinina Srl, società campana aggiudicataria dell’appalto della Prefettura di Milano per oltre un milione di euro all’anno. Gli inquirenti stanno notificando gli avvisi di garanzia agli indagati e all’azienda coinvolta per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti in relazione agli eventuali reati commessi dal management.

A quanto apprende LaPresse sono indagati l’amministratore di fatto e quella di diritto della Martinina srl, Alessandro Forlenza e Consiglia Caruso. Da circa un’ora nel Cpr è in corso un’ispezione condotta dai militari della Guardia di Finanza di Milano alla presenza del Pm Paolo Storari che ha chiesto di videofilmare le attività di perquisizione.

Pm: “Migranti detenuti al Cpr malati di tumore e cure negate”

Nel decreto di ispezione si legge che nel Cpr di via Corelli a Milano ci sono migranti detenuti “affetti da epilessia, epatite, tumore al cervello, gravi patologie psichiatriche, tossicodipendenti” e tutti “considerati idonei alla vita in comunità ristretta” fra cui un algerino di 57anni “a cui sarebbe stata asportata la milza nel 2018”. L’inchiesta per frode in pubbliche e forniture e appalti truccati che coinvolge la 73enne Consiglia Caruso (amministratrice della società) e il figlio 40enne Alessandro Forlenza (amministratore di fatto della srl le cui quote sono in mano alla moglie, Paola Cianciulli, non indagata) si concentra sugli “espedienti maliziosi e ingannevoli” per far apparire l’appalto “conforme agli obblighi”.

Fra questi la “simulazione” dei “servizi pattuiti con la Prefettura di Milano” a cominciare dalla “prestazioni sanitarie specialistiche” che sono “raramente effettuate per mancanza di fondi”. I pm sottolineano il caso di un uomo che “non ha potuto attuare una gastroscopia perché il gestore non pagava il ticket“; un altro con il “piede fratturato” che “non ha potuto effettuare la visita per il rifiuto del gestore di pagare”; un terzo uomo “annientato dal mal di denti” che non ha ricevuto le cure” perché il direttore sanitario del centro avrebbe detto: “Ma ce li abbiamo i soldi per ricostruire i denti a questo ragazzo?”. Il presidio sanitario del Cpr sarebbe “gravemente deficitario” con “mancanza di medicinali” e l’assistenza psicologica fornita da personale che “non conosce le lingue parlate dagli ospiti” che ha richiesta di come potesse fare quindi colloqui psicologici con gli internati ha risposto “che con le persone trattenute si capivasulla base del feeling”.

Acquisite cartelle cliniche migranti detenuti in Cpr

I pubblici ministeri di Milano Paolo Storari e Giovanna Cavalleri e i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano stanno acquisendo in queste ore copia delle cartelle cliniche e della documentazione sanitaria dei migranti trattenuti nel Cpr di via Corelli, sia attuali che del passato.  Nel corso dell’ispezione iniziata questa mattina verranno acquisiti anche gli elenchi dei dipendenti, attuali e passati, della Martinina srl che gestisce l’appalto per la Prefettura di Milano e l’elenco di tutti coloro che sono entrati nel Cpr. I magistrati indagano in particolare sugli “espedienti” messi in atto per far risultare che nel centro i migranti avessero prestazioni sanitarie e medicinali in realtà mai erogati. Sono indagati l’amministratore di fatto della società Alessandro Forlenza, difeso dall’avvocato Barbara Conidi, e l’amministratrice di diritto e madre di Forlenza, Consiglia Caruso, assistita dall’avvocato Valentina Contarino.

Pm, a lavoratori del Cpr mancati stipendi e Tfr

Dall’inchiesta emerge che i lavoratori del Cpr via Corelli a Milano subirebbero “mancati pagamenti del Tfr” e di “parte della retribuzione”.  I dipendenti della Martinina srl, la società che gestisce il centro di espulsione in appalto per la Prefettura di Milano, quando vengono pagati ricevono gli stipendi “dopo 60 giorni”. Fatti – per gli inquirenti – in violazione del bando di gara e del capitolato d’appalto che prevede come “l’Ente gestore” sia “obbligato ad osservare scrupolosamente tutti gli obblighi derivanti da leggi vigenti in materia di rapporto di lavoro”.

Prefettura: già multata società che gestisce Cpr

La Prefettura di Milano ha già contestato le “condotte ritenute contrarie agli obblighi contrattuali” alla Martinina srl, società che gestisce il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di via Corelli indagata dalla Procura di Milano, e multato l’azienda con la “massima sanzione convenzionalmente prevista“. Lo fa sapere l’Ufficio del Governo in relazione all’ispezione nel Cpr della Guardia di Finanza di Milano disposta dai pubblici ministeri Paolo Storari e Giovanna Cavalleri che indagano per frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta. “Nell’ambito della costante ed approfondita attività di monitoraggio esercitata presso le strutture governative preposte all’accoglienza ed al trattenimento degli stranieri – fa sapere corso Monforte – nei mesi scorsi erano emerse criticità gestionali” a carico della società. “La Prefettura di Milano – conclude – aveva anche provveduto ad informare immediatamente gli Uffici della locale Procura sugli esiti della propria attività, trasmettendole anche la relativa documentazione e fornendo la propria massima collaborazione”.

“Vermi nel cibo e impiccagioni”: chat e video agli atti dei pm

Si è impiccato nelle docce, non so se è vivo o morto, ancora deve arrivare la polizia penitenziaria”. Sono alcune delle chat e dei video agli atti dell’inchiesta di Procura e Guardia di Finanza di Milano sul Centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli. L’indagine sul gestore della struttura, Martinina srl, è per frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta ma dal materiale acquisito dagli inquirenti si apre uno squarcio sulle condizioni detentive all’interno del centro, già chiuso svariate volte dopo le rivolte e gli incendi di protesta avvenuti fra le mura. “Con questo siamo 3 giorni, 3 in meno” si legge in italiano stentato in una chat del 12 settembre 2022 in cui viene condiviso il video di un tentato suicidio di un ragazzo recluso soccorso da altri migranti. Un altro uomo scrive su Whatsapp “voglio morire” e allega una foto della sua bocca cucita con ago e filo, immagine che era già stata resa nota dagli attivisti milanesi dell’associazione Naga e della ‘Rete No ai Cpr – Mai più lager’ che hanno pubblicato il Report dell’accesso al Cpr di via Corelli 28 effettuato dall’allora senatore Gregorio De Falco il 29 maggio 2022. L’ex esponente dei Cinque Stelle è stato sentito dai pubblici ministeri di Milano, Paolo Storari e Giovanna Cavalleri, che oggi coordinati dall’aggiunto Tiziana Siciliano hanno preso parte all’ispezione con la GdF nella struttura da 72 posti che al momento ospita una cinquantina di irregolari con due ‘moduli’ aperti su quattro. Il materiale video e fotografico agli atti dell’indagine mostra anche migranti con problemi psichiatrici parlare da soli e dormire in terra, vermi all’interno del cibo servito in mensa, uomini trascinati di peso, altri in preda ad attacchi epilettici sull’asfalto. Da quanto si apprende alcuni dei pm saranno convocati la prossima settimana in Prefettura a Milano, stazione appaltante del Cpr, per discutere dell’inchiesta con il neo prefetto Claudio Sgaraglia.

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