Il gup di Milano ha però anche chiesto alla procura di indagare ancora sui presunti favori a magistrati da parte dell'ex legale esterno di Eni

Il Gup di Milano, Guido Salvini, ha rinviato a giudizio l’ex legale esterno di Eni Piero Amara con le accuse di calunnia nei confronti di decine di alti magistrati, uomini delle forze dell’ordine e delle istituzioni per averli indicati come appartenenti alla Loggia Ungheria (una presunta associazione segreta illegale) negli interrogatori resi alla Procura di Milano fra il dicembre 2019 e il febbraio 2020. Il processo inizierà il prossimo 2 febbraio alle ore 11 davanti al giudice monocratico della settima sezione penale di Milano. Il Gup ha emesso sentenza di non luogo a procedere nei confronti dell’ex socio di studio di Amara, Giuseppe Calafiore, per non aver commesso il fatto. Calafiore era accusato di autocalunnia per aver confermato l’esistenza della Loggia e indicato solo se stesso come appartenente all’associazione segreta.

Gup rinvia atti a procura: indagare su favori a magistrati

Il gup milanese, però, ha anche chiesto alla procura di indagare ulteriormente sulle dichiarazioni di Piero Amara e sulla Loggia Ungheria, in particolare sui presunti favori all’ex Procuratore di Perugia, Luigi De Ficchy, e sul contributo fornito dall’ex legale esterno di Eni alle nomine dei magistrati Lucia Lotti a Procuratrice di Gela e di Francesco Saluzzo a Procuratore generale di Torino. È stata disposta la “trasmissione della copia degli atti” ai pubblici ministeri per accertare se “il contesto descritto” da Amara fosse effettivamente la “continuazione della disciolta associazione P2” (come ritengono nel capo d’imputazione i pm di Milano Stefano Civardi e Roberta Amadeo) oppure se fosse “l’espressione-estensione del sistema Palamara” già oggetto “di procedimenti a Roma e a Perugia”. Secondo il Gup di Milano nell’indagine sulle calunnie non sono stati indagati a sufficienza i “comportamenti attribuiti a sé dallo stesso Amara“. Fra queste una raccomandazione al figlio dell’ex Procuratore di Perugia che “mi fu formulata personalmente da De Ficchy” in “un bar che sta proprio di fronte al CSM, a Roma”, dichiarò Amara il 14 dicembre 2019 ai pm Paolo Storari e Laura Pedio, e il suo ruolo nelle nomine dei magistrati Lotti e Saluzzo ritenuto credibile anche dal Gip di Perugia nel decreto con cui ha archiviato il procedimento sull’esistenza della Loggia ma scritto che “almeno tre magistrati” cercarono di incontrare Amara per ottenere sponsorizzazioni al Csm.

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