I procuratori Lo Voi e Calò hanno spiegato: "Siamo nella piazza dove vengono sciolti comuni come Anzio e Nettuno, e dove le mafie tradizionali mettono radici o con formazioni ibride"

“Nella Capitale la direzione distrettuale antimafia, ha aperto, in 2 anni, 3.987 fascicoli, nei confronti di altrettanti indagati, di cui 1377 per associazione mafiosa o nei confronti di organizzazioni che utilizzano il metodo mafioso nella regione Lazio. Ci sono poi 1600 procedimenti per traffico di droga“. Lo ha spiegato la procuratrice aggiunta, responsabile della Dda di Roma, Ilaria Calò, durante l’incontro con la stampa in procura a Roma, a piazzale Clodio. La Capitale – hanno spiegato il procuratore Francesco Lo Voi e Ilaria Calò – è la piazza ideale: una domanda infinita e un’offerta che è in grado di soddisfarla. A Roma la criminalità è autonoma, riesce contemporaneamente importa droga, la vende al dettaglio e ne ricicla i proventi.

Nonostante la grave mancanza di personale alla Dda, andiamo avanti in condizione particolare di sofferenza. Siamo nella piazza dove vengono sciolti comuni come Anzio e Nettuno, e dove le mafie tradizionali mettono radici o con formazioni ibride, affiancando dunque personaggi romani, o colonizzando il territorio e replicando la struttura della casa madre con tanto di approvazione delle strutture di appartenenza. Come ci ha spiegato un pentito, con una similitudine: ‘la locale senza il riconoscimento è come la zattera nell’Oceano, un’onda la spazza via’”. Infine, ha concluso Ilaria Calò: “Ci sono le mafie autoctone e quelle che agiscono con metodo mafioso che con una mano si spara e l’altra si investe in idrocarburi, nel turismo, comprando immobili e in criptovalute”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata