I pubblici ministeri scrivono che il 70% dei presenti prende psicofarmaci che vengono somministrati con un "uso smodato"

I pubblici ministeri di Milano Paolo Storari e Giovanna Cavalleri hanno disposto il sequestro preventivo d’urgenza della società Martinina srl che gestisce il Centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli, a Milano. Il gip potrà convalidare il sequestro entro 10 giorni e nominare un amministratore giudiziario della società. Il provvedimento segue il blitz all’alba dell’1 dicembre con la Guardia di Finanza nel centro di espulsione dei migranti irregolari nell’ambito dell’inchiesta per frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta a carico della società salernitana e della 73enne Consiglia Caruso (amministratrice della società) e il figlio 40enne Alessandro Forlenza (amministratore di fatto della srl) che ha svelato i trattamenti a cui sarebbero stati sottoposti gli stranieri all’interno. La Procura di Milano aveva già chiesto di nominare un commissario giudiziale della struttura e l’udienza per decidere è fissata per venerdì davanti al gip Livio Cristofano ma l’atto di oggi segue un’altra scoperta: alla Martinina srl è stato infatti affidato nuovamente il servizio di gestione del Cpr dalla Prefettura di Milano per un anno lo scorso 13 di novembre. Con il sequestro della società i pm intendono impedire che la stessa partecipi a gare per altri centri per migranti (in passato ha gestito il Cpr di Potenza e strutture in Puglia) fino a quando non sarà risanata del tutto la situazione. L’indagine ha svelato che i servizi previsti dal bando della Prefettura non erano erogate attraverso la falsificazione di documenti e firme false anche di persone già morte. Tra le conseguenze l’assenza di visite sanitarie e psicologiche per i migranti anche se malati di tumore, epatite o patologie psichiatriche e cibo scaduto e con i vermi all’interno.

Pm: “Nel Cpr migranti ridotti in condizioni disumane” 

Nel Cpr di Milano in via Corelli “le pratiche illecite vengono accettate e in qualche modo promosse” perché “considerate normali” con “pesantissime ripercussioni sulla vita degli ospiti ridotti in condizioni che non pare esagerato definire disumane“. Lo scrivono i pubblici ministeri di Milano Paolo Storari, Giovanna Cavalleri e l’aggiunto Tiziana Siciliano nel decreto di sequestro preventivo d’urgenza della società Martinina srl, la vincitrice della gara della Prefettura di Milano da oltre 4 milioni di euro per la gestione del centro per il rimpatrio dei migranti irregolari.

Il provvedimento, che segue l’apertura di un’inchiesta per frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta, andrà vagliato da un gip entro 10 giorni che potrà nominare un commissario della società. Domani mattina invece, davanti al Gip Livio Cristofano, si terrà l’udienza per la richiesta di interdittiva a contrarre con la pubblica amministrazione nei confronti della Martinina srl. Secondo i pubblici ministeri che hanno iniziato a indagare dopo due accessi al centro da parte dell’ex senatore Gregorio De Falco e i membri dell’associazione Naga “il Cpr è un luogo dove la gestione è connotata da una sfera di ‘segretezza e opacità” dove la “costante e sistematica violazione delle regole” ha generato la “normalizzazione della devianza”. Agli atti dell’inchiesta, oltre alle testimonianze di De Falco, attivisti, dipendenti della struttura e migranti, ci sono filmati di tentati suicidi, uomini  ammalati lasciati a terra in preda ad attacchi epilettici, cibo scaduto e con i vermi all’interno, mancanza di acqua corrente. Immagini “che forniscono un quadro davvero inquietante delle conseguenze sulla salute (sia fisica che psichica) e sulle condizioni di vita degli ospiti della truffa perpetrata dalla Martinina srl”, scrivono i pubblici ministeri.

Pm, in Cpr ‘uso indiscriminato’ psicofarmaci sul 70% dei migranti

Il 70% dei migranti trattenuti nel Cpr di Milano prende psicofarmaci che vengono somministrati con un “uso smodato”, “costante e indiscriminato” e “le benzodiazepine utilizzate per tenere tranquilli i trattenuti”. È quanto ha testimoniato ai pubblici ministeri di Milano che indagano sul centro di espulsione di via Corelli il dottor Nicola Cocco, infettivologo specializzato in medicina detentiva e medicina delle migrazioni e che lavora nelle carceri milanesi di Opera, San Vittore, Bollate e il minorile Beccaria. Il medico ha fatto accesso al Cpr il 29 maggio 2022 durante la visita ispettiva dell’ex senatore Gregorio De Falco che ha dato il via all’inchiesta e ha accompagnato i pm Paolo Storari, Giovanna Cavalleri e l’aggiunto Tiziana Siciliano nella struttura di via Corelli durante l’ispezione della Guardia di Finanza dell’1 dicembre.

Nel centro gestito per conto della Prefettura di Milano dalla società Martinina srl lo psicofarmaco sarebbe “l’unico modo per gestire le criticità sanitarie” anche “senza necessità terapeutiche” che sarebbe come somministrare “un antitumorale a un soggetto che non ne ha bisogno, perché ha semplicemente un’influenza” ha dichiarato. Sentito sugli altri aspetti dell’inchiesta che ha portato a sequestrare la società e chiedere al gip di Milano di commissariare il Cpr, Cocco ha raccontato di aver “assaggiato il cibo” dei migranti che “non era oggettivamente buono ed emanava cattivo odore” ed era “scaduto da un giorno”. ” I bagni erano in condizioni vergognose – ha continuato – e le camerate sporche”. La relazione clinico-sanitaria del medico è stata depositata agli atti dell’inchiesta per frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta il 12 dicembre.

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