Il pm: "Ipotesi premeditazione". La denuncia della donna per stalking "non era stata valutata urgente"

È accusato di omicidio aggravato Fandaj Bujar, 41enne di origini kosovare, indagato per la morte di Vanessa Ballan, 27 anni, uccisa a Riese Pio X, in provincia di Treviso, nella giornata di ieri. L’uomo, individuato nella tarda serata di ieri dai Carabinieri di Treviso all’esito di estese ricerche, poco fa è stato condotto in carcere a Treviso dai militari dell’Arma. Bujar, secondo quando riferito a LaPresse, non ha reso dichiarazioni. 

Stando a quanto confermato a LaPresse, la vittima e il 41enne fermato per la sua morte, avevano avuto una breve relazione qualche tempo fa. Ballan, peró, aveva deciso di mettere fine a quella storia. È così che sono iniziati gli atteggiamenti da parte di Bujar e che, lo scorso 26 ottobre ha portato la donna a denunciare l’uomo per stalking. Bujar avrebbe minacciato Ballan di diffondere un loro video intimo. In seguito alla denuncia, erano stati avviato gli accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria. 

Procuratore Treviso: “Elementi premeditazione per omicidio Ballan”

“Ci sono elementi per valutare la premeditazione” visto che Bujar Fandaj, il quarantunenne di origini Kosovare fermato per l’omicidio di Vanessa Ballan, “si è avvicinato” alla villetta nella quale la vittima viveva con il compagno, “con la bicicletta, e non con la sua automobile, probabilmente per non farsi riconoscere”. A parlare è Marco Martani, procuratore capo di Treviso, in merito al femminicidio per il quale è in stato di fermo il quarantunenne, rintracciato nella tarda serata di ieri poco distante dalla sua abitazione ad Altivole, sempre nella Trevigiana. Fandaj presenta “profili di pericolosità sociale, data la ferocia”, sottolinea Martani.

Procuratore Treviso: “Trovati martello e coltello usati da 41enne”

Bujar Fandaj, quando si è avvicinato alla villetta dove viveva la vittima, “aveva con sé un borsone che conteneva un martello, due coltelli e altri attrezzi da scasso“, ha aggiunto Martani. Tra gli attrezzi da scasso anche “un coltello simile a quello ritrovato in cucina”, ritenuto l’arma del delitto. Il martello, secondo quanto ricostruito, è stato utilizzato per sfondare la porta a vetro della villetta dove Vanessa Ballan, incinta del secondo figlio, viveva con il suo compagno Nicola Scapinello, 28 anni.

Procuratore Treviso: “Denuncia stalking Vanessa non valutata ‘urgente'”

La denuncia per stalking che Vanessa Ballan aveva presentato nei confronti di Bujar Fandaj “è stata disposta ed eseguita il giorno successivo alla presentazione della denuncia (26 ottobre ndr). Come avviene nelle denunce di codice rosso viene trattato dal pm di turno esterno che poi passa il fascicolo al magistrato specializzato. Nel caso specifico è stato trattato da magistrato esterno che ha disposto la perquisizione e poi ha disposto che passasse al magistrato per le fasce deboli il quale non ha ritenuto che vi fosse una situazione di richiesta immediata di misura cautelare, ma ha ritenuto di dover approfondire le indagini chiedendo tabulati del telefono dell’uomo”, ha aggiunto Martani.

La valutazione fatta dal magistrato era di non urgenza. Alla luce di quanto successo quella valutazione si è dimostrata infondata”, ha aggiunto. Martani, Rispondendo ai giornalisti, ha poi spiegato che nel corso della perquisizione sono stati “sequestrati dei cellulari nei quali effettivamente erano stati trovati i video” con cui Fandaj ricattava Ballan ma che i messaggi “erano stati cancellati e quindi eta necessario prendere i tabulati”. Inoltre, ha ricordato Martani, “in questi quasi due mesi non c’erano stati altri episodi”.

Procuratore Treviso: “Fandaj ha cercato di depistarci, pronto a fuga”

Bujar Fandaj avrebbe cercato di depistare gli investigatori che, alla fine, lo hanno fermato a poche ore dal femminicidio di Vanessa Ballan, avvenuto ieri a Riese Pio X. Lo ha spiegato Marco Martani, procuratore capo di Treviso, parlando alla stampa. Il 41enne, ha spiegato Martani, “è stato rintracciato a casa sua e si stava preparando verosimilmente per fuggire perché si era fatto la doccia e si stava cambiando gli abiti” ma “nel pomeriggio aveva fatto una telefonata al 112” nella quale “aveva, in maniera neanche tanto indiretta, ammesso di aver compiuto l’omicidio e aveva detto che si sarebbe costituito il giorno dopo ai carabinieri di Riese”. In realtà per il procuratore capo di Treviso “c’è motivo di ritenere che sia stato un tentativo di depistaggio e di guadagnare tempo”. “Personalmente non ritengo che, se non lo avessimo fermato, oggi sarebbe venuto a costituirsi”, ha aggiunto.

Procuratore Treviso: “Fandaj ripreso anche da telecamera”

Tra gli elementi contro Bujar Fandaj, 41enne accusato del femminicidio di Vanessa Ballan “c’è anche il filmato di una telecamera di sicurezza che riprende la recinzione della villetta” della vittima in cui “si vede un uomo che scavalca, con un borsone in mano: non si vede bene il volto, ma si possono vedere bene i suoi vestiti, assolutamente simili a che erano quelli che indossava quando è stato fermato”. Lo ha spiegato Marco Martani, procuratore capo di Treviso, parlando alla stampa.

La Procura: “Fandaj perseguitava Vanessa”

Le persecuzioni contro Vanessa Ballan da parte di Buraj Fandaj “erano iniziate con la fine della relazione, iniziata nel 2022, dall’estate di quest’anno”. Lo ha spiegato Marco Martani, procuratore capo di Treviso, parlando alla stampa precisando che il 41enne “si presentava soprattutto sul luogo di lavoro, al supermercato dove era facile entrare con pretesti per comprare delle cose”. Fandaj “le era entrato anche in casa”, mettendosi “in un angolo morto, non ripreso dal sistema di sicurezza, ma non aveva avuto atteggiamenti contro di lei”. L’uomo, di origini kossovare, “in Italia non aveva precedenti, era incensurato”. Vanessa Ballan “ha sopportato per un lasso di tempo” le molestie e i ricatti di Buraj Fandaj “nel tentativo di voler celare la relazione extraconiugale” ma “ha deciso successivamente di presentare querela e il compagno (Nicola Scapinello ndr) l’ha sostenuta in questo, sono andati insieme in caserma e ha reso dichiarazioni sulla parte di cui era a conoscenza” ha aggiunto Martani.

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