Ferdinando Tascini, classe 1922: "Ricordo bene quel giorno". Il suo sogno? Stringere la mano di Mattarella
Ha oltrepassato oggi di un anno il secolo di vita, l’ultimo “carceriere” di Mussolini, ultracentenario, testimone unico di un evento storico in particolare che ricorda ancora a distanza di 80 anni con incredibile lucidità e dovizia di particolari: la prigionia e la liberazione di Benito Mussolini a Campo Imperatore sul Gran Sasso. Nella mente di Ferdinando Tascini, classe 1922, che festeggia 101 anni, quei momenti indelebili della prigionia del Duce a Campo Liberatore e poi dopo qualche giorno la rocambolesca liberazione se li ricorda perfettamente, istante dopo istante: gli sguardi, i sentimenti, le espressioni e poi alcuni dialoghi inediti che solo lui si porta dentro e che nessun libro ha mai scritto.
“Ricordo bene quel giorno – racconta – era il 12 settembre 1943. Erano le 14.30 e non ero di turno, stavo nella mia camera ed a un certo punto sentii gridare che erano arrivati i tedeschi e mi affacciai dalla finestra e vidi un aliante che era già atterrato e c’era un ufficiale con la mitraglietta pesante rivolta alla mia finestra. A quel punto sono stato fermo e aspettavo ordini, se impugnare le armi o arrenderci. Dopo ci ordinarono di scendere disarmati e arrenderci. Vidi tutti lì. I tedeschi avevano già circondato l’albergo, strinsero il cerchio e provarono a disarmare un ufficiale ma furono fermati dal tenente Faiola. Ormai il nostro compito finiva lì e con noi si comportarono abbastanza bene. Poi mi ricordo una cosa: quando atterrarono gli alianti, Mussolini si affacciò ma non vedeva chi c’era. Voleva sapere chi fossero se americani o tedeschi. Questo è stato recepito dalle voci che circolavano. La sensazione fosse che Mussolini aspettasse più gli americani dei tedeschi. Poi dopo i tedeschi salirono in camera da Mussolini con il nostro maresciallo, stettero un mezz’ora a parlare. C’erano gli apparecchi che portarono gli alianti che rimasero finché l’impresa non era compiuta. Poi spararono un razzo e se ne andarono. Il secondo razzo servì per far atterrare la cicogna con cui Mussolini partì. Così andarono le cose”, conclude nel giorno del suo 101esimo compleanno nella residenza di famiglia sulle colline tifernati, affiancato da figli nipoti e bisnipoti, festeggiato come si conviene ad un punto di riferimento di una vita guardato sempre con affetto e riconoscenza per l’insegnamento e la rettitudine unica.
L’Arma dei Carabinieri, a cui si sente profondamente legato fin da quei momenti drammatici che la storia gli ha fatto vivere, lo studio, il lavoro, tanto lavoro e poi soprattutto la famiglia, sono i frammenti di una vita secolare che Tascini rivendica con orgoglio. “Se sono arrivato fin qui – dice con il solito piglio e lucidità – lo devo al buon Dio, poi alla mia famiglia, la vera essenza della vita, il luogo dove sono vissuto, la campagna, il buon cibo e tanto, tanto lavoro”. Il comune di Città di Castello lo scorso anno gli ha tributato una targa, come a tutti i centenari (ben 21, 15 donne e 6 maschi), lo scorso anno nel corso di un ricevimento ufficiale in comune, poi in primavera anche il Prefetto di Perugia, Armando Gradone assieme ai vertici delle forze dell’ordine e di Polizia, con tanto di cerimonia in Prefettura, infine l’Arma dei Carabinieri a Roma in estate ad assistere alla parata dal palco d’onore. Un anno intenso il 2023 per Tascini che non nasconde ancora un sogno da esaudire, quello di poter stringere la mano al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, magari parlarci qualche istante per raccontargli quello che la storia gli ha consegnato: “eh si sarebbe davvero bello poter parlare con il nostro Presidente della Repubblica, punto di riferimento e orgoglio per tutti noi come la il tricolore e la Costituzione, dopo i tragici momenti della guerra che è stata sempre e sarà per me e per la mia famiglia il faro della vita che ci guida, di cui andare orgogliosi”, conclude con il sorriso sulle labbra, Ferdinando Tascini a cui il sindaco Luca Secondi e la giunta a nome dell’intera comunità rinnovano oggi gli auguri più sinceri ed affettuosi per il traguardo di vita raggiunto: ”Ferdinando come altri ultracentenari, alcuni protagonisti di un video-messaggio di auguri di festività e anno nuovo che ha fatto il giro del web, sono per la nostra città, la ricchezza ed il valore aggiunto che ci rende orgogliosi. Buon compleanno Ferdinando”.
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