Caso Balocco, Chiara Ferragni indagata per truffa aggravata

Con lei l'amministratrice delegata di Balocco. Ma per gli inquirenti non sarà semplice dimostrare il reato

Chiara Ferragni e l’amministratrice delegata e presidente di Balocco spa, Alessandra Balocco, sono indagate dalla Procura di Milano con l’ipotesi di truffa aggravata sul caso dei ‘Pandoro Pink Christmas’ griffati e pubblicizzati da Ferragni sui propri canali social e della mancata beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Torino. Lunedì il procuratore aggiunto di Milano titolare dell’inchiesta, Eugenio Fusco, ha ricevuto dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano l’annotazione di polizia giudiziaria con i risultati delle acquisizioni documentali effettuate all’Antitrust che, il 15 dicembre, ha multato per oltre un milione di euro le società Fenice srl e TBS Crew srl, detentrici dei marchi e diritti relativi alla figura dell’influencer, e per 420mila l’azienda dolciaria per pubblicità ingannevole. Nel pomeriggio i finanzieri si sono presentati a Fossano, nel Cuneese, nella sede di Balocco per acquisire l’intera documentazione, mail e contratti, a tre settimane dallo scoppio del ‘caso’ che ha travolto la vita professionale della imprenditrice e influencer 36enne.

Le risultanze dei documenti

Dai documenti acquisiti presso l’Autorità garante della concorrenza del mercato è infatti emersa la volontà dello staff di Ferragni di inserire nella campagna di comunicazione e promozione del pandoro, venduto a 2,5 volte il valore del prodotto standard, la frase “le vendite serviranno a finanziare un percorso di ricerca promosso dall’Ospedale Regina Margherita di Torino”, circostanza che poi si è dimostrata falsa quando è emerso che la donazione da 50mila euro da parte di Balocco era avvenuta mesi prima (maggio 2022), slegata dal numero di prodotti venduti. In una mail interna a Balocco i dipendenti scrivevano “mi verrebbe da rispondere (al team Ferragni)” che “in realtà le vendite servono per pagare il vs cachet esorbitante” da un milione di euro.

Truffa aggravata dalla minorata difesa

La Procura, dopo aver ipotizzato nelle scorse settimane la contestazione di frode in commercio (senza indagare nessuno), ha deciso di agire d’ufficio per truffa con l’aggravante della minorata difesa che, per la Cassazione, scatta quasi in automatico sulle frodi realizzate a distanza su piattaforme digitali, dove il consumatore è “costretto ad affidarsi alle immagini che non consentono una verifica della qualità del prodotto”. Per contestare la truffa semplice non era sufficiente infatti l’esposto inviato dal Codacons in 104 Procure d’Italia, ma sarebbe stata necessaria la querela da parte di almeno uno dei consumatori che nel 2022, per Natale, hanno acquistato il ‘Pandoro Pink Christmas’ convinti di aiutare i bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing.

Indagine in salita

L’indagine rimane in salita per gli inquirenti: il reato di truffa è contestabile alle persone ma non alle aziende (solo se ai danni dello Stato) e i magistrati devono affrontare il tema di quale sia ‘l’ingiusto profitto’ realizzato e il corrispondente ‘danno’ agli acquirenti. Sono elementi essenziali del reato senza i quali il delitto non c’è. Da quanto si apprende si tratta di raccogliere elementi ‘difficili’ da dimostrare, soprattutto per chiudere l’indagine con la richiesta di processare Ferragni o altri invece che di archiviazione, ma non ‘astrattamente’ impossibili. La regina dei social, difesa dagli avvocati Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone, ha fatto sapere di avere “piena fiducia nell’attività della magistratura” e di aver “sempre agito in buona fede”. “Sono profondamente turbata – afferma Ferragni – per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero”.

Balocco: “Fiducia in autorità, emergerà nostra assoluta buona fede”

“Collaboreremo con le autorità – in cui riponiamo piena fiducia – certi che emergerà la nostra assoluta buona fede“. È quanto dichiara in una nota la Balocco, commentando gli sviluppi della vicenda dei ‘Pandoro Pink Christmas’. Chiara Ferragni e l’amministratrice delegata e presidente dell’azienda Alessandra Balocco sono indagate dalla Procura di Milano con l’ipotesi di truffa aggravata. “Balocco è una società guidata dalla stessa famiglia da quasi 100 anni, abituata a ‘far parlare’ i propri prodotti; la sobrietà fa parte dello stile della famiglia, incline al lavoro ma riservata, poco esposta a livello mediatico”, si legge nella nota.

“Le recenti vicende – in particolare gli sviluppi della giornata odierna – ci hanno profondamente turbato, anche pensando ai valori che ci guidano e all’etica che ci ha sempre contraddistinto. Da oltre un anno, e soprattutto nelle ultime settimane, sono state riportate numerose informazioni non corrette, anche frutto di scarsa conoscenza, di errata interpretazione dei fatti, e in alcuni casi di strumentalizzazione”. “Siamo fortemente dispiaciuti – spiega l’azienda – che l’iniziativa sia stata fraintesa da molti: collaboreremo con le autorità – in cui riponiamo piena fiducia – certi che emergerà la nostra assoluta buona fede, e continueremo a impegnarci a creare prodotti di qualità da offrire ai consumatori in Italia e nel Mondo, anche per tutelare chi è legato all’azienda, a partire dalle famiglie di chi lavora con noi. E proseguiremo a fare del bene, come già facciamo da tempo, mettendo con ancor più forza i nostri valori al centro di tutti i nostri progetti”.