Proseguono le indagini su cosa abbia spinto la ristoratrice al gesto estremo

Si muovono gli inquirenti e la procura di Lodi, diretta dal procuratore Maurizio Romanelli, per la morte di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di 59 anni della pizzeria ‘Le Vignole’ di Sant’Angelo Lodigiano trovata senza vita domenica nella sua auto nei pressi del ponte di Viale dell’Autonomia sul fiume Lambro. Il fascicolo aperto è per istigazione al suicidio a carico di ignoti: sul come sia morta la donna, finita al centro di un caso mediatico per una recensione della sua pizzeria di un cliente, rimasto anonimo, che si lamentava della presenza di gay e disabili nel locale, non ci sono molti dubbi.

Rimane da capire cosa abbia spinto Pedretti al gesto estremo. Gli occhi sono al momento puntati proprio su quella recensione, diventata virale sui social prima per la risposta della donna che invitava il cliente a non tornare più nella pizzeria, poi perché messa in dubbio da alcuni da giornalisti e fact checker, fra cui Selvaggia Lucarelli. Gli inquirenti hanno già chiesto a Google accertamenti sulla veridicità del commento, ma da quanto si apprende dovrebbero ancora partire. Le indagini sono condotte dai carabinieri che, nelle ore precedenti la morte di Pedretti, avevano convocata la donna in caserma come persona informata sui fatti per individuare il presunto cliente razzista. Cliente che, ancora oggi è rimasto anonimo.

A essere visibile è il dolore della famiglia di Pedretti. “Lasciamo lavorare gli inquirenti, siamo ancora agli inizi, lasciamoli lavorare con tranquillità. La famiglia si sente assediata dai media: penso soprattutto alla mamma della signora, che ha 85 anni, alla figlia e al marito. Date loro tregua“, dice a LaPresse l’avvocata Simona Callegari, che rappresenta la famiglia. “Ora dobbiamo solo aspettare le determinazione degli inquirenti ma vi chiedo di rispettate la sofferenza della famiglia”, ha aggiunto.

Intanto, a finire nel tritacarne dei social e dei media è anche Selvaggia Lucarelli che, con il compagno Lorenzo Biagiarelli, è stata tra le prime a dubitare della veridicità del post. “Fai schifo, sei la responsabile di una morte di una persona che non ha fatto nulla. Fai vomitare, maiala”. E ancora “Zitta, putt*na di merda”. Sono alcuni degli insulti ricevuti e postati dalla blogger su Instagram. In un lungo post su X, Lucarelli posta altri insulti di utenti e annuncia che sarà “per un po’ solo su Instagram”, scrivendo una lunga serie di riflessioni sul ruolo del giornalismo e dei social. “Ovviamente, nel caso dovesse succedere qualcosa (non a me, ripeto, io sono forte), diamo la colpa ai social, non ai giornali. Mi raccomando”, scrive Lucarelli.

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