Si riapre il processo per il caso Ramelli. Per i giudici può integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito fascista
Una sentenza che ha creato molti dubbi interpretativi tra gli addetti ai lavori. Il saluto romano è sempre reato, ma va qualificato giuridicamente con la legge Scelba, o con la Mancino, e dovrà essere valutato caso per caso a seconda del contesto in cui viene praticato e dopo aver chiarito se, la finalità della manifestazione, viola appunto il divieto di ‘riorganizzare il disciolto partito fascista‘, come stabilito della Scelba.
Il caso della commemorazione a Ramelli
L’informazione provvisoria, che la presidente delle sezioni unite penale della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, ha firmato dopo la camera di consiglio a sezioni unite riguarda la decisione sui ricorsi presentati dagli avvocati difensori di otto imputati, accusati di aver commesso il reato di apologia di fascismo, durante la deposizione di una corona di fiori dove avevano fatto il saluto romano. Il fatto si verificò a Milano nel 2016, e gli imputati dopo essere stati assolti in primo grado, vennero condannati in Appello. Da qui il ricorso davanti alla suprema Corte, che data la difformità di qualificazione giuridica del tipo di reato da parte delle diverse procure italiane, con la sentenza di oggi, che dovrà essere cristallizzata al momento del deposito delle motivazioni, ha stabilito una linea generale per la formulazione delle ipotesi di reato, e per i capi d’imputazione in caso di rinvio a giudizio per casi analoghi. Sullo sfondo, rimarrebbe però la contestualizzazione del fatto e del motivo per cui ci si è riuniti.
Le reazioni alla sentenza
Dopo la decisione della Cassazione esulta Casapound che scrive in una nota: “Dopo che la Cassazione annulla la sentenza di condanna per le 8 persone identificate che hanno partecipato alla commemorazione di Sergio Ramelli nel 2016 è una vittoria che finalmente mette fine a una serie di accuse che non avevano alcun senso, con buona pace di chi, ad ogni ‘Presente’, invoca condanne e sentenze esemplari”. Per il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che “attendeva con interesse di conoscere l’esito della imminente decisione a sezione riunite della Cassazione” perché riteneva “occorresse chiarezza”, si tratta di una sentenza che “si commenta da sola”.
Spetterà ai singoli tribunali d’ora in avanti valutare gli episodi in base alla loro connotazione ambientale. Motivo per cui la presidente del gruppo per le Autonomie, Julia Unterberger, plaude a quanto stabilito oggi dalla Cassazione: “Le sezioni unite della Cassazione hanno confermato che a chi compie il saluto romano può essere contestata la legge Scelba di apologia del fascismo e, in specifiche circostanze, la legge Mancino contro l’incitamento all’odio etnico, religioso e razziale. Finalmente viene fatta chiarezza: certe manifestazioni non appartengono al folklore, ma sono espressioni politiche di incitamento al fascismo e alla discriminazione e, come tali, vanno trattate in sede giudiziaria. E questo perché il fascismo non è un’opinione. Il fascismo è semplicemente un crimine”.
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