Nei suoi confronti era già stato aperto un fascicolo a Milano per il caso dei pandori 'Pink Christmas' di Balocco
L’imprenditrice e influencer Chiara Ferragni, dopo l’apertura di un fascicolo di indagine nei suoi confronti a Milano per truffa aggravata con riferimento al caso dei ‘Pandoro Pink Christmas’ di Balocco, è indagata anche con riferimento ai casi delle uova di Pasqua Dolci Preziosi e della bambola Trudi. Infatti, secondo quanto emerge dall’atto con cui la procura di Milano ha sollevato davanti alla Cassazione alcune questioni di competenza territoriale con riferimento all’inchiesta sull’influencer, sarebbero tre gli episodi per i quali Ferragni sarebbe indagata. Ora il Procuratore generale della Suprema Corte dovrà stabilire quali procure dovranno trattare ogni singolo episodio in base al luogo dove sarebbe stato commesso il reato. L’inchiesta, condotta dalla guardia di Finanza, è partita da Cuneo in Piemonte, dove ha la sede legale la Balocco. Al vaglio dell’inchiesta anche le posizioni degli amministratori delle aziende dove Chiara Ferragni aveva i contratti come testimonial.
Legali Ferragni: “Certi innocenza, clima mediatico si rassereni”
“Una volta che il Procuratore Generale presso la Cassazione avrà individuato il Pubblico Ministero territorialmente competente, chiariremo al designato magistrato ogni aspetto delle tre vicende. Siamo totalmente certi della assoluta innocenza di Chiara e che detta innocenza emergerà dalle indagini che verranno condotte”. Così i legali di Chiara Ferragni, gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, in una nota in merito agli ulteriori filoni di indagini avviati dalla procura di Milano. “Siamo fiduciosi del futuro confronto con l’autorità giudiziaria e auspichiamo che il clima mediatico che ha caratterizzato sino ad oggi la vicenda si rassereni“, concludono i legali.
Dolci Preziosi: “No comunicazione ufficiale su nostro coinvolgimento”
“Rispetto all’inchiesta della Procura milanese su Chiara Ferragni, la Cerealitalia I.D. SpA ribadisce che, ad oggi, non è stata ricevuta alcuna comunicazione ufficiale in merito al coinvolgimento della stessa”. Così in una nota la società Dolci Preziosi in merito all’iscrizione nel registro degli indagati di Chiara Ferragni anche per le uova di Pasqua della società dolciaria. “L’atteggiamento della Società rimane comunque quello della massima collaborazione con le istituzioni, come sempre fatto”, precisa ancora la nota.
L’esposto sulle uova di Pasqua
Anche l’indagine sulle uova di Pasqua, così come quella relativa ai pandori, nasce da un esposto del Codacons, che ha definito quella delle uova di Pasqua “ancora una volta una operazione commerciale della Ferragni mascherata da beneficenza, un vero e proprio inganno a danno degli acquirenti con l’aggravante di sfruttare i bambini affetti da autismo”. Detto in altri termini, un altro caso di “pubblicità ingannevole”, secondo il Codacons. Per l’associazione dei consumatori, l’operazione delle uova di Pasqua “avrebbe fruttato in due anni la stratosferica cifra di 1,2 milioni di euro all’influencer, a fronte di una donazione ‘elemosina’ di appena 36mila euro in favore del progetto benefico ‘I Bambini delle Fate’“, peraltro eseguita dalla società Dolci Preziosi e non da Ferragni, senza alcuna correlazione fra le vendite delle uova e l’entità della donazione.
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