La maestra milanese accusata di lesioni ai danni di due neonazisti si è dichiarata innocente: rischia 16 anni di carcere
Prima udienza a Budapest, in Ungheria, nel processo contro Ilaria Salis, la maestra 39enne di Milano incarcerata nella capitale ungherese da febbraio 2023 con l’accusa di lesioni aggravate ai danni di due neonazisti. I legali italiani della donna, Eugenio Losco e Mauro Straini, riferiscono che Salis è stata portata in aula in Tribunale legata per le mani e i piedi, tenuta per una catena e sorvegliata su una panca per tutta la durata dell’udienza da due agenti di un corpo speciale della Polizia penitenziaria che indossavano un giubbotto antiproiettile e il passamontagna per non essere riconoscibili. La maestra rischia 16 anni di carcere. Imputata assieme ad altri due cittadini tedeschi, si è dichiarata non colpevole e ha contestato l’impossibilità di vedere le immagini delle telecamere di sorveglianza su cui si basa l’accusa e la mancata traduzione degli atti, in inglese e in italiano, che le hanno impedito di conoscere appieno i reati di cui è chiamata a rispondere. Il processo è stato rinviato al prossimo 24 maggio.
Confermata la custodia cautelare in carcere
Nell’udienza di lunedì è stato chiesto l’esame delle persone offese (le vittime), di un consulente antropometrico e di un medico legale sulla natura ‘potenzialmente letale’ delle lesioni provocate, che hanno portato a una prognosi di 5 e 8 giorni. La difesa contesta la stessa natura del reato – che non è di tentato omicidio e in Italia avrebbe pene così lievi da non permettere misure di custodia in attesa di sentenza – e l’aggravante di aver agito ‘nell’ambito di un’associazione a delinquere’ tedesca, la ‘Hammerband’ di Lipsia (‘banda del martello’) che avrebbe scelto Budapest per attaccare e assaltare militanti fascisti e neonazisti radunati l’11 febbraio in occasione del ‘Giorno dell’onore’. Il giudice ungherese ha confermato per il momento la custodia cautelare in carcere della maestra lombarda, ma non è escluso che i legali presentino a breve una richiesta di domiciliari in attesa della sentenza.
Il padre: “Eccessiva richiesta 11 anni procura, preoccupato per lei”
Roberto Salis, padre di Ilaria Salis, la cittadina italiana in carcere in Ungheria da febbraio 2023 e a processo con l’accusa di lesioni aggravate ai danni di due neonazisti, in un’intervista alla tv ungherese Rtl si è detto preoccupato per la figlia, aggiungendo che reputa eccessiva la richiesta di 11 anni avanzata dalla procura e che in Italia casi del genere vengono giudicati con più clemenza. Secondo quanto riporta l’emittente sul suo sito, il padre della donna ha anche detto che lui e la famiglia sostengono la lotta antifascista della figlia. Ilaria Salis, comparendo in aula oggi a Budapest, si è dichiarata non colpevole e ha contestato l’impossibilità di vedere le immagini delle telecamere di sorveglianza su cui si basa l’accusa e la mancata traduzione degli atti, in inglese e in italiano, che le hanno impedito di conoscere appieno i reati di cui è chiamata a rispondere. Il processo è stato rinviato al prossimo 24 maggio.
Ue: pronti ad aiutare in contatti bilaterali con Ungheria
“Non ho avuto modo di seguire il fascicolo e gli atti che sono stati compiuti, so che sono stati presi contatti bilaterali. La Commissione è sempre disponibile ad aiutare el quadro di questi contatti bilaterali che sono stati presi dall’Italia con l’Ungheria. Lo ha detto il commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders, nella conferenza stampa al termine del Consiglio Affari generali.
Tajani: “Governo ungherese vigili su rispetto diritti”
“Chiediamo al governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie, della cittadina italiana Ilaria Salis detenuta in attesa di giudizio“. Lo scrive su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani nel giorno della prima udienza del processo a Ilaria Salis, portata in aula con mani e piedi legate.
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