Nel decreto con cui viene respinta la richiesta di sequestro delle torri in via Crescenzago si legge che Palazzo Marino non avrebbe svolto "adeguata istruttoria"

Nella zona di via Crescenzago a Milano sorgeranno “600 nuovi alloggi” per “circa 1.500-2000 nuovi abitanti” in un’area di “40mila metri quadrati su tre isolati” ma da parte del Comune di Milano non c’è stata “alcuna adeguata valutazione dell’aggravio del carico urbanistico” e “dell’impatto secondario di servizio” come “opere pubbliche, uffici pubblici, parchi, strade, fognature, elettrificazione, servizio idrico, condutture di erogazione del gas”. Lo scrive la gip di Milano, Daniela Cardamone, nel decreto con cui ha respinto la richiesta di sequestro dei grattacieli Bluestone di via Crescenzago 105 al parco Lambro ma confermato tutte le ipotesi di reato su una serie di presunti abusi edilizi e abusi d’ufficio ipotizzate dalla Procura di Milano a carico di 6 fra costruttori, funzionari comunali e architetti. Oltre alle due torri Bluestone da 81 e 59 metri e a un terzo stabile, nati come “ristrutturazioni” di un piccolo edificio industriale, la gip segnala come nell’area siano previsti altri quattro interventi edilizi: in via Crescenzago 99 (Beni Reali spa); via Crescenzago 101, via Crescenzago 83 (Impresa Rusconi spa) con un investimento complessivo di 80 milioni di euro per 350 residenze in edilizia libera e sociale e qualche negozio di vicinato; via Monfalcone – Via Sangro – Via Ruggeri (Green Stone SiCAF spa) con il progetto ‘Corte Gardens’ che prevede la realizzazione di 104 nuove abitazioni. Un aumento del “carico urbanistico” su cui l’amministrazione comunale di Milano avrebbe “omesso di esaminare preventivamente” lo “stato di urbanizzazione e di edificazione dell’area interessata”, oltre a “l’adeguatezza” e la “fruibilità” di servizi e opere pubbliche che “verosimilmente” sono state “concepite per una popolazione di molto inferiore e, dunque, insufficienti a reggere l’impatto abitativo delle nuove costruzioni”. Da parte degli uffici tecnici di Palazzo Marino non sarebbe stata svolta alcuna “adeguata istruttoria”, si legge nelle 58 pagine del decreto. La gip ha negato il sequestro chiesto dai pm Marina Petruzzella, Mauro Clerici, Paolo Filippini e l’aggiunto Tiziana Siciliano a causa dell’avanzato stato dei lavori degli appartamenti – praticamente finiti – che sono già stati venduti ai privati, in seguito a un approfondimento della giurisprudenza della Corte europea sulla cosiddetta “confisca urbanistica”.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata