La persona identificata, sospettata di essere uno degli attentatori, è un italiano figlio di genitori palestinesi

Una persona è stata individuata e perquisita a Firenze nell’ambito delle indagini riguardo l’attentato incendiario davanti il consolato Usa del capoluogo toscano nella notte tra mercoledì e giovedì. Secondo quanto si apprende il giovane, un italiano di circa 20 anni, è sospettato di essere uno degli attentatori: nella sua casa gli investigatori, diretti dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Firenze, avrebbero trovato diversi riscontri, tra cui gli indumenti che il 20enne avrebbe indossato la notte in cui sono state lanciate le due bottiglie molotov nelle vicinanze della sede consolare americana. Il giovane sarebbe figlio di genitori palestinesi, residenti in Italia da tempo.

Fermato e interrogato in caserma

Il giovane si trova da qualche ora nella caserma dei carabinieri, dove è in corso l’interrogatorio. Le indagini che hanno portato alla sua identificazione sono state condotte congiuntamente dai Carabinieri, dalla Digos della Questura e dalla polizia postale con il coordinamento del procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia.

Fermato presunto autore

È stato eseguito un provvedimento di fermo nei confronti del 20enne ritenuto l’autore dell’attentato incendiario davanti al Consolato degli Stati Uniti d’America a Firenze. Il provvedimento di fermo, adottato dalla Procura di Firenze è stato eseguito dai Carabinieri del Ros di Firenze, degli agenti della Polizia Postale della Toscana e della Digos di Firenze. Il giovane, secondo quanto ricostruito, “per finalità di terrorismo palesata dall’impiego di ordigni esplosivi e da plurime rivendicazioni a organi di informazione, nelle quali veniva manifestato il proposito di numerosi attentati per dissuadere lo Stato Italiano dal fornire appoggio allo stato di Israele”, avrebbe lanciato bottiglie molotov dall’incrocio tra via Palestro e Corso Italia all’indirizzo del Consolato americano in via Amerigo Vespucci. Nei suoi confronti è stato ipotizzato il reato di atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, con l’aggravante di aver commesso il fatto di notte e in un’area ad alta intensità abitativa con rischi per la pubblica incolumità. Si è inoltre “ritenuto sussistente il concreto pericolo di fuga per la ritenuta possibilità di procurarsi collegamenti con l’estero e luoghi di immeditato riparo”.Nella notte personale della Digos ha effettuato a casa del 20enne perquisizione durante la quale sono stati trovati indumenti e del materiale sul cellulare utili alle indagini.

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