“Ousmane Sylla era fragile psicologicamente, non idoneo alla reclusione”, afferma Gaetano Pasqualino

Ousmane Sylla era una persona vulnerabile e psichicamente fragile, labile, per definizione persona non idonea alla vita reclusa”. Non ha dubbi Gaetano Pasqualino, avvocato del ventiduenne suicidatosi due giorni fa nel Cpr di Ponte Galeria: con il pool di avvocati dell’associazione ‘Progetto Diritti’ ha deciso di andare fino in fondo a questa vicenda, presentando un esposto alla Procura che ha già avviato un’indagine interna affiancando il lavoro del primo avvocato del ragazzo, Giuseppe Caradonna.

“Altro elemento importante che emerge è il ritardo nei soccorsi. Da quanto è dato sapere l’ambulanza sembra arrivata circa dopo due ore. La procura di Roma ha già aperto l’indagine e noi insieme al primo avvocato del ragazzo stiamo cercando di far emergere la verità”. Pasqualino segnala inoltre “l’assenza di adeguata assistenza sanitaria a una persona tra l’altro già segnalata dalla Questura di Trapani per i suoi problemi. Bisogna capire quali indagini sono stati fatte dal punto di vista sanitario quando poi è stato trasferito a Roma, chi ha fatto la convalida”.

“Ci sono degli aspetti che dobbiamo valutare, ma siamo in una situazione di assoluto disagio per una persona rinchiusa psichicamente instabile. Una certa responsabilità in capo all’amministrazione sembra delinearsi, perchè si ha anche la responsabilità della salute mentale dei reclusi, non solo di quella fisica. Sicuramente l’amministrazione non è stata attenta alle necessità del ragazzo”.

“Lui aveva cominciato anche a chiedere di essere reimpatriato perchè il suo unico problema ormai era la reclusione. Visto come è finita aveva ragione lui. Stiamo cercando di attivarci anche per assicurare le sue ultime volontà, che sono quelle di tornare a casa una volta morto”, ha aggiunto Pasqualino. “Non dimentichiamoci che Ousmane non ha fatto nulla, è arrivato in Italia come irregolare ma era minorenne e stava seguendo un percorso di integrazione. Poi è scaduto il permesso di soggiorno, non è riuscito a rinnovarlo ed è stato rinchiuso a Trapani e poi trasferito a Roma. Il suo è stato un trattenimento senza senso: non c’era alcuna possibilità di rimpatrio, perchè non ci sono accordi con il paese di origine”, sottolinea infine Pasqualino.

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