“Mi avete preso per il male sennò non mi prendevate, anche perché poi, con la mia mente, ho ricostruito com’è stato tutto il discorso: so che non c’è stato nessuno traditore“. È quanto si legge nel verbale dell’interrogatorio di Matteo Messina Denaro reso ai pm di Palermo il 7 luglio 2023. Il verbale è stato depositato all’udienza preliminare a carico di Laura Bonafede, amante del boss di Castelvetrano.”La mattina che mi hanno arrestato – dice ancora Messina Denaro -, ovviamente la prima cosa che uno pensa è che qualcuno ha tradito ma mi hanno detto ‘Le assicuro che non l’ha tradita nessuno’ e io non gli ho creduto. Però poi ragionando ho detto ‘Vero è'”. Nel ricostruire che solo lui in quanto ‘Andrea Bonafede’ e la sorella sapevano della malattia, Messina Denaro spiega che “siccome la malattia fu quella che mi portò a farmi prendere, io se qualche errore c’era stato, se un traditore c’era stato dovevo cercarlo nella malattia”.
Messina Denaro torna più volte sul “suo” errore. Rispondendo al pm Paolo Guido ribadisce di essere stato preso “per la malattia e per un errore mio”, cioè di aver detto della malattia alla sorella. “Non volevo farmi trovare morto e nessuno in famiglia sapeva niente. Che senso ha?”.
“Io so soltanto una cosa: che – però non sto facendo nessun atto di accusa – mi avete distrutto una famiglia, rasa al suolo” avrebbe detto ancora Messina Denaro. “Ci sono dei sistemi che non vanno: ora sento dire ‘case distrutte’. Perché mia mamma che è, latitante o mafiosa?. La legge, lo Stato, gli (sic.) distrutto la casa, i mobili fatti a pezzettini. Dove lo volete trovare un dialogo quando ci sono questi comportamenti?”, le parole del boss.