A Bagheria la conferenza stampa degli inquirenti che indagano sul triplice omicidio di Altavilla Milicia
Le torture in casa di Giovanni Barreca, ad Altavilla Milicia duravano da circa un mese e sono state commesse anche dalla figlia 17enne, unica superstite del triplice omicidio. E’ quanto è stato spiegato, in conferenza stampa a Bagheria, dagli inquirenti che indagano sulla strage scoperta domenica scorsa in provincia di Palermo. Quello commesso nella villetta di Altavilla è stato una sorta di “esorcismo, un rito di purificazione” a cui avrebbe partecipato anche il figlio maggiore di Barreca, Kevin, ucciso poi assieme alla mamma Alessandra Salamone e al fratellino Emanuel di 5 anni.
Arrestata figlia sopravvissuta a massacro
La 17enne figlia di Giovanni Barreca, unica sopravvissuta alla strage di Altavilla Milicia, nel Palermitano, è stata arrestata per concorso in omicidio. Nel corso della conferenza stampa tenuta oggi, il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio aveva comunicato di avere inviato tutti gli atti alla Procura per i minori per valutare la posizione della ragazza. La giovane – M.B. – “ha partecipato a una serie di riti che sono state torture sulla madre e sui fratelli“, ha spiegato Cartosio. La Procura per i minorenni l’aveva fermata due giorni fa: questa mattina il Gip ha convalidato il fermo e ne disposto la custodia cautelare in carcere.
“La superstite, la figlia primogenita, ha partecipato alle torture dei riti di purificazione. Ho trasmesso gli atti alla procura per i minorenni che ha competenza. Terribile tragedia, quando ci siamo trovati lì è stato uno strazio. Vedere i corpi in quelle condizioni è stato un dramma. Non c’è alcun motivo di enfatizzare quanto è successo. Il padre è un soggetto che da anni vive un delirio mistico dominato da una fanatica religiosità. Che pesa molto sui figli. La famiglia vive con disagio”. Lo ha detto il procuratore Ambrogio Cartosio durante la conferenza stampa nella caserma dei carabinieri di Bagheria, convocata dal procuratore capo di Termini Imerese per illustrare i dettagli del triplice omicidio di Altavilla Milicia in cui sono stati torturati e uccisi Alessandra Salamone e i figli Kevin ed Emanuel. Per la strage sono in carcere Giovanni Barreca, padre e marito delle vittime, e una coppia di Palermo Sabrina Fina e Massimo Caradente.
Figlia 17enne ha ammesso suo coinvolgimento
Davanti alla pm Claudia Caramanna la ragazza 17enne “ha iniziato a rendere un racconto spontaneo, rivelando il suo pieno coinvolgimento nei gravissimi fatti che hanno visto coinvolta la sua famiglia”, avvenuti ad Altavilla Milicia. E’ quanto si legge nella nota della Procura presso il Tribunale dei minorenni di Palermo.
Figlia 17enne a pm: “In casa c’erano demoni che andavano cacciati”
La giovane ha detto agli inquirenti che nella sua abitazione c’erano, già da anni, dei “demoni”, ritenuti “responsabili di alcuni accadimenti relativi a componenti della sua famiglia” e “della necessità di scacciarli” sia dalla madre che dal fratello piccolo, “particolarmente legato alla genitrice e quindi ‘abitato’ dalle stesse figure demoniache”. Lo spiega la Procura in una nota.
Pm: “Resoconto agghiacciante”
“Un resoconto agghiacciante”. La Procura dei minori palermitana ha definito così il racconto fatto dalla figlia di Giovanni Barreca. La ragazza interrogata alla presenza dell’avvocato difensore “ha riferito quanto accaduto nei giorni precedenti all’1 febbraio all’interno della sua abitazione, fornendo un resoconto agghiacciante, anche in relazione al contributo personale dalla stessa fornito in relazione alle torture subite dalla madre e dai fratelli, alle loro atroci sofferenze, e all’agonia fino alla morte”. La giovane ha raccontato “quanto accaduto dopo il decesso della madre e quindi le circostanze relative alle modalità con cui davano fuoco al cadavere e successivamente seppellivano i resti”.
Torture in casa Barreca duravano da un mese
Le torture in casa di Giovanni Barreca, ad Altavilla Milicia, nel Palermitano, duravano da circa un mese, è inoltre emerso nella conferenza stampa. I tre sono stati uccisi dal capofamiglia Giovanni Barreca e da due complici durante quello che sembra essere un “esorcismo“. Vi è stata una escalation, dalle violenze psicologiche si sarebbe passati poi a quelle fisiche. “Sembra che la partecipazione alle torture – ha aggiunto Cartosio – sia stata corale, l’unica che mi sento di escludere è la madre”.
Figlio 16enne ha subìto e inflitto torture in ‘rito’
Kevin, il figlio 16enne di Giovanni Barreca – l’uomo che insieme a una coppia di complici, Massimo Carandente e Sabrina Fina, ha ucciso due dei suoi tre figli – Kevin, appunto, e il piccolo Emanuel di 5 anni – oltre alla moglie Antonella Salamone, avrebbe partecipato attivamente al massacro. È quanto emerso nella conferenza stampa tenuta dal procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio in merito alla strage avvenuta ad Altavilla Milicia, nel Palermitano. Il procuratore parla di “rito collettivo” dove tutti erano in preda a “un delirio mistico“, da cui si escludono la madre e il figlio più piccolo, Emanuel. I due complici avevano convinto Barreca e i due figli più grandi, Kevin e la sorella – l’unica figlia sopravvissuta al massacro – che solo il dolore avrebbe liberato la casa e il loro corpi dalle presenze demoniache.
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